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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cona

Conetta, i profughi si dedicano alla caccia alla lepre. È scontro aperto

I cacciatori del posto hanno scritto al prefetto, per segnalare una situazione che li penalizza. Nelle zone circostanti sarebbero rimasti pochi esemplari

I cacciatori non ci stanno. Come riporta la Nuova, infatti, sembra che i profughi ospitati nell'ex base militare di Conetta si siano dedicati, ultimamente, alla caccia alla lepre, rendendo ancora più difficile la convivenza con gli abitanti del posto.

Come testimonia un agricoltore del posto, esponente del comitato "Basta profughi a Cona", alcuni di questi si sarebbero radunati attorno ad una trebbiatrice, e con dei tubi di gomma, forse recuperati dalla base, battevano per terra a turno, per far scappare le lepri nella direzione voluta. Una vera e propria caccia all'animale, che pare abbia garantito un buon bottino, dal momento che di lepri non se ne vedono più, dove in passato se ne contavano a decine.

Queste battute di caccia non sono considerate accettabili dalla comunità, poiché la zona di Conetta è destinata alla ripopolazione: ecco perché i cacciatori del posto hanno deciso di rivolgersi direttamente al prefetto, specificando il danno che ne deriverebbe per loro, dal momento che non resterebbe poi nulla da cacciare. Ed il loro principale interrogativo è: "perché i profughi si dedicano a tale attività?". Forse la fame? La cooperativa che gestisce la base assicura che ogni giorno arrivano i pasti precotti, con una distribuzione sorvegliata, che garantisca un pasto per ogni richiedente asilo, evitando al contempo i possibili sprechi. Probabilmente la dieta a cui sono "costretti" è monotona, e i profughi cercano di variare un po': già in passato sono stati visti pescare nei canali della zona. La speranza dei cacciatori, ora, è che vengano presi dei provvedimenti nei confronti di un'attività che li penalizza.

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