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Cronaca

I carabinieri presentano il calendario 2018: un oggetto di culto da 1,3 milioni di copie

Dedicato all'arte contemporanea, è stato presentato martedì alla biblioteca Marciana di Venezia. Collaborazione con artisti di vari Paesi. Online sono diffusi anche dei falsi

Calendario storico dell’Arma dei Carabinieri: non una semplice agenda ma un documento sempre più richiesto negli uffici e nelle caserme, tanto da diventare oggetto di collezionismo con una tiratura da 1,3 milioni di copie (di cui 11mila in altre lingue). La nuova edizione è stata presentata martedì mattina alla Biblioteca Nazionale Marciana. Ne ha parlato il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Claudio Lunardo: "Continua anche quest'anno l'omaggio al mondo dell'arte. Nel 2016 quella pittorica, nel 2017 l'omaggio all'arte grafica, nel 2018 l'arte contemporanea. Queste 12 tavole sono state realizzate per dare risalto alle missioni internazionale dei carabinieri, missioni di pace e umanitarie in cui si affermano le tutele dei diritti dei popoli. La nuova versione del calendario ha voluto celebrare alcuni affermati pittori di arte contemporanea dei Paesi in cui i carabinieri sono presenti. Vari Stati dell'Africa, ma anche Sud e Centro America, Balcani, Medio Oriente".

Il calendario dei carabinieri 2018

Per la Sovrintentente ai Beni culturali, Emanuela Carpani "è bella l'idea del coinvolgimento dei vari Paesi, uno scambio biunivoco dall'Italia con il mondo. Si simboleggia l'arte come strumento di pace". "C'è collezionismo su questi calendari - aggiunge - proprio perché sono prodotti culturali. Al di là di questo evento, c'è una costante collaborazione con la Sovritendenza dei beni cuturali. Anche il Nucleo di tutela dei beni culturali si occupa di tutti i reati a 360 gradi previsti dal codice dei Beni culturali, come tutela dell'ambiente del paesaggio, oltre che le operazioni anti riciclaggio e falsi".

Sono molti, in Italia e oltre, gli appassionati del calendario. Esistono copie degli anni Settanta e anche precedenti (addirittura risalenti alla seconda guerra mondiale) che hanno un valore economico elevato. Anche per questo in diverse occasioni gli uomini dell'Arma sono intervenuti su siti di compravendita online per bloccare la diffusione di falsi.

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