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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Blocco assunzioni: 1455 dipendenti pubblici in meno in 8 anni nel Veneziano

I dati sono della Funzione Pubblica Cgil. Sotto esame ministeri, Inps, sanità ed enti pubblici: «Si rischia la chiusura o il trasferimento di servizi essenziali»

Lavorare nel pubblico sembra sempre più un miraggio. Così come ricevere servizi di qualità. A dirlo sono i dati della Funzione Pubblica Cgil di Venezia che ha riportato l'andamento del numero dei dipendenti pubblici nell'area metropolitana di Venezia, dal 2007 al 2015: un calo di 1455 operatori. È quello delle funzioni locali il comparto che soffre maggiormente in termini percentuali, con un calo del 6,2% rispetto al 2007 e del 4,6 nel 2012, seguito dalle funzioni centrali e dalla sanità. 

Calo progressivo e manovra

«Abbiamo allargato il focus anche ai ministeri, alle agenzie fiscali e agli enti pubblici non economici - spiega Fp -, e agli altri enti locali (tra i quali Regione e Città metropolitana di Venezia) esaminando sempre i dati del conto annuale della ragioneria dello stato e il numero degli addetti al momento delle elezioni rappresentanze sindacali unitarie, Rsu, negli anni 2007, 2012, 2015. Quanto emerge preoccupa e non poco sul fronte della tenuta dei servizi ai cittadini, dato che tutto il pubblico impiego del Veneziano vede una diminuzione costante degli addetti. Se sommiamo a questo trend lo slittamento a novembre 2019 delle nuove assunzioni nella pubblica amministrazione, deciso con la manovra economica, è lampante come molte attività o cesseranno o verranno esternalizzate per poter essere garantite».

Nuove mansioni

«I dati - commenta Daniele Giordano, segretario Fp Cgil Venezia - , sono allarmanti perché l’ipotesi di dare il via a quota 100 dalla prossima primavera si rischia il collasso dei servizi pubblici. Ad esempio, come abbiamo già avuto modo di spiegare analizzando le fasce di età nelle funzioni locali nei mesi scorsi, nei comuni del Veneziano potremmo avere un 11% in meno di addetti con gravi ripercussioni sui servizi al cittadino, che verranno inevitabilmente tagliati. Se consideriamo inoltre che, con le nuove normative, ad alcuni uffici vengono assegnate nuove competenze, come ad esempio il reddito di cittadinanza ai centri per l’Impiego, è ovvio che il sistema non può reggere senza nuove assunzioni».

Sanità

«Anche nella sanità – continua il segretario – l’aspetto della carenza di organico porterà, senza un serio e rapido piano di assunzioni, a chiusure di servizi o reparti. Stiamo parlando, qui nell’area veneziana, di personale sempre più anziano con più del 39% di addetti con età compresa tra i 55 e i 64 anni. Nelle funzioni centrali, anche se il calo percentuale è di poco inferiore agli altri due comparti, la situazione è ugualmente preoccupante».

Inps, ministeri 

«Siamo di fronte a una vera e propria ecatombe - dice Giordano - : oltre il 25% di personale in meno dal 2007 al 2015. Ci chiediamo come potranno essere erogate le prestazioni assistenziali dell’Istituto con la puntualità necessaria. Situazione simile al ministero della Giustizia dove il personale è calato di quasi il 13% nello stesso periodo nonostante a ogni cambio di governo si parli di assunzioni e stabilizzazioni, che poi non vengono effettuate. La scelta di bloccare le assunzioni è una decisione contro i cittadini e contro il sistema economico. È del tutto evidente che anche il sistema produttivo verrà penalizzato da queste scelte perché inevitabilmente troverà delle pubbliche amministrazioni meno efficienti e meno puntuali nel rispetto dei tempi. Non è pensabile rilanciare le pubbliche amministrazioni se si continua ad avere un’età media che supera i 50 anni. Siamo pronti - conclude Giordano - a tutte le forme di mobilitazione per contrastare questa scelte che rischiano di penalizzare i cittadini più deboli».

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