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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Il canone Rai la "perseguita", deve pagare persino in casa di riposo

Nel 2012 i figli hanno chiesto l'annullamento, dato che la donna non possedeva tv, ma è stato tutto inutile: le richieste di pagamento continuano

Il canone Rai arriva fino in casa di riposo, a poco servono avvisi di trasferimento e richieste di annullamento: l'imposta sul possesso di apparecchi televisivi (di fatto una “tassa di lusso” mascherata da pagamento di servizi) non risparmia proprio nessuno, nemmeno chi dovrebbe. Emblematico il caso di un'ultraottantenne di Mestre “perseguitata” dalla gabella persino dopo aver lasciato la sua abitazione per un ricovero in casa di cura.

SENZA LA TV – A riportare la singolare vicenda è il Gazzettino, che racconta la storia per bocca dei figli della signora, che nel dicembre 2012 hanno deciso di spostare l'anziana madre dalla sua vecchia casa a Mestre al Centro Nazareth di Zelarino. I parenti hanno poi proceduto a evadere di volta le varie utenze, sospendendo i servizi uno ad uno, e inviando anche una lettera in Rai per chiedere l'annullamento del canone, dato che la casa resterebbe vuota e i due televisori sono finiti o nel cestino o nel soggiorno dei figli. Un anno dopo la risposta dell'emittente italiana arriva attraverso la stessa casa di riposo Nazareth, che nel frattempo non ospita più l'ottantenne ma che gira ai parenti la posta a lei indirizzata: la Rai sollecita il pagamento del canone. La cosa assurda, spiegano i figli della donna, è che la lettera è stata inviata al centro di Zelarino, quindi i responsabili di turno conoscevano bene la situazione e hanno ricevuto le richieste di annullamento, ma hanno deciso di ignorarle. Proprio come la famiglia, ora, ha deciso di non pagare un solo centesimo.

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