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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Mirano

Capitelli violati e statue rubate Cosa sta succedendo a Mirano?

Tre episodi in tre giorni: rubata la statuina di Sant'Antonio, devastato il capitello con la Madonna, ritrovato un calice d'argento massiccio

Due capitelli violati, una statua rubata e un calice ritrovato. Sono questi i tre elementi del rebus religioso emerso negli ultimi giorni a Mirano. Cosa significato questi episodi? Sono collegati tra loro? Domande che per ora restano senza risposta ma, come riportano i quotidiani locali, in città la gente si interroga: molti fedeli si sono svegliati con due sorprese decisamente amare.

Il primo episodio è capitato martedì notte, e inizialmente era stato definito una semplice bravata: ignoti hanno aperto la teca religiosa sotto ai portici di via Mariutto per rubare la statuina di Sant’Antonio, un simbolo del quartiere utilizzato da un secolo ogni 13 giugno per celebrare il santo protettore. Quella statuina veniva venerata e portata in processione fino alla cappella del vicino ospedale. Mercoledì mattina la teca è stata trovata aperta e vuota.

La notte successiva il secondo episodio, ancor più inquietante: qualcuno ha utilizzato un oggetto pesante per mandare in frantumi la robusta vetrata del capitello all’incrocio tra via Porara e via Porara Gidoni. Anche questo luogo sacro è un punto di riferimento per i fedeli della zona da oltre un secolo. La statua della Madonna al suo interno è stata ritrovata rotta in quattro parti e sporca di fango dentro un fossato, a una trentina di metri di distanza. La statua è stata rotta nell’impeto di sfondare la vetrata che la proteggeva oppure si è trattato di un dissacrante atto vandalico compiuto in un secondo momento?

I residenti si interrogano e hanno informato le autorità di questi fatti, intanto però dalla stazione dei Carabinieri di Mirano spunta un’ulteriore novità: nei giorni scorsi un’anziana ha raccolto un pregiato calice d’argento massiccio abbandonato ai piedi del capitello di via Desman. I militari dell’Arma hanno subito inviato l’oggetto al Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, per confrontarlo con quelli inseriti nel database dei furti di questo genere.  

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