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Cronaca Cavarzere

Caporalato in fondi agricoli: braccianti "in nero" sfruttati per 10 ore al giorno senza riposi

Interdetto per 12 mesi un imprenditore agricolo marocchino. Prometteva con l'inganno un contratto di lavoro ad alcuni connazionali che speravano nel permesso di soggiorno

Erano impiegati come braccianti agricoli per 5 euro l'ora, in condizioni di lavoro disumane. Nei giorni scorsi i militari del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro) di Venezia hanno eseguito l'interdizione dall'attività di un imprenditore agricolo di nazionalità marocchina, da anni residente in Italia. L'uomo si è reso responsabile, da maggio 2017 a maggio 2018, del reato di caporalato, per sfruttamento del lavoro e impiego di manodopera clandestina in alcuni fondi agricoli sparsi nelle province di Venezia (a Venier di Cavarzere), Padova e Rovigo.

Le indagini dei carabinieri

L'imprenditore, un 29enne, aveva assunto in nero 5 connazionali, due dei quali senza permesso di soggiorno. È stata proprio la denuncia di una coppia di operai a far scattare alcuni servizi di osservazione e controllo da parte dei militari, con l'ausilio del 14° Nucleo elicotteri carabinieri di Belluno. L'osservazione dall'alto, nella fattispecie, ha permesso di inquadrare ed accertare i movimenti con più veicoli dell'uomo, che trasportava in prima persona i suoi "uomini" nei vari fondi agricoli.

Condizioni di lavoro degradanti

I braccianti, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, erano impiegati in particolare nella potatura delle vigne, per 10 ore al giorno, senza riposo settimanale e possibilità di fruire di ferie. Non avevano un contratto di lavoro, e la loro retribuzione oraria era di soli 5 euro. Alcuni non sarebbero mai stati pagati. L'imprenditore marocchino aveva approfittato del bisogno e della vulnerabilità dei connazionali, disposti a condizioni di lavoro degradanti, nella speranza del rinnovo o del rilascio del permesso di soggiorno. Venivano circuiti, con la falsa promessa di essere assunti con un regolare contratto di lavoro. Laddove, invece, erano sfruttati ed ingannati.

Interdizione per 12 mesi

I carabinieri, sin dal principio, hanno coinvolto il numero verde anti-tratta del Comune di Venezia, per garantire assistenza e protezione alle vittime, ottenendo anche una maggior collaborazione proprio dai lavoratori sfruttati. Il quadro probatorio fornito dai militari dell'Arma ha permesso al gip di Padova di emettere la misura interdittiva per 12 mesi a carico del 29enne, che ora rischia una condanna da 5 a 12 anni di carcere.

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