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Cronaca

Da Venezia a Trento, dal Marocco agli Stati Uniti: messaggi di pace oltre i confini

Abbattere ogni barriera e rendere universali i racconti di amicizia dei bambini: al carcere “Spini di Gardolo” di Trento tradotti i 1500 racconti già esposti a palazzo Ducale

Pace in tutte le lingue del mondo. Messaggi e racconti hanno raggiunto la casa circondariale “Spini di Gardolo” di Trento, da palazzo Ducale. Qui, martedì, la presidente del Consiglio comunale veneziano, Ermelinda Damiano, ha inaugurato la mostra: “501 disegni a sei mani per 500 anni Veneziani – Venezia, Rabat, Tunisi, Hewitt”.

Oltre i confini

L'esposizione, resa pubblica il 25 ottobre scorso dal sindaco Luigi Brugnaro a Venezia, è il risultato di un progetto culturale internazionale, curato dall'associazione “Venezia: Pesce di Pace”, che quest'anno ha coinvolto 1.500 bambini, italiani, tunisini, marocchini e texani, che hanno raccontato l'amicizia e scritto messaggi di pace nella propria lingua. I disegni dei bambini sono giunti a Trento, dove alcuni detenuti si sono messi a disposizione per tradurre i loro messaggi e abbattere, in questo modo, i muri linguistici.

Presenti: la direttrice della fondazione Musei civici di Venezia, Gabriella Belli, il dirigente penitenziario della Casa circondariale di Trento, Valerio Pappalardo, Enrico Sbriglia del provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria per il Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Alessandro Andreatta, sindaco di Trento, monsignor Lauro Tisi, vescovo di Trento, Rabbi Yosef Labi, rabbino di Verona e Vicenza, Imam Isa Abd Al-Haqq Benassi, rappresentante della Comunità Religiosa Islamica Italiana (Co.Re.Is.) Commissione Educazione, un partecipante al Progetto educativo e formativo internazionale della Casa Circondariale di Trento, e Nadia De Lazzari, responsabile dell’associazione di volontariato “Venezia: Pesce di Pace”.

Protagonisti i bambini

“Sono emozionata – ha esordito Damiano nel portare i saluti del sindaco Brugnaro - perché questo progetto oggi approda qui, il luogo dove alcuni detenuti hanno scelto di mettersi in gioco e con umiltà e impegno hanno aiutato e accompagnato i bambini in questo percorso di condivisione in nome dell'amicizia e della pace tra i popoli e tra le religioni. La mostra che oggi inauguriamo è il prodotto di una straordinaria testimonianza di integrazione, di conoscenza, di dialogo e di rispetto per le persone e per le cose”. La presidente Damiano ha poi ringraziato Nadia De Lazzari, “una donna straordinaria che da anni è impegnata a portare avanti con passione, dedizione e umiltà questo progetto dal profondo valore etico e sociale e che incarna perfettamente tutti quegli ideali che la stessa città di Venezia nella sua lunga tradizione e storia ha sempre perseguito quale città ponte di pace tra culture, religioni e civiltà”.

“Un grazie particolare – ha concluso Damiano – va ai bambini protagonisti del progetto, così distanti geograficamente tra loro, ma capaci di dare a noi adulti un grande esempio di unità e vicinanza, e ai detenuti che li hanno accompagnati. Il futuro del mondo va costruito proprio sui valori dell'amicizia, del rispetto e della pace che oggi condividiamo insieme e questa mostra ne è una importante testimonianza”.

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