Firmato un protocollo per la formazione delle persone recluse in carcere
La Regione assumerà quattro funzionari, che affiancheranno gli educatori negli istituti. In Veneto sovraffollamento al 30%
Favorire l'inclusione lavorativa, l'istruzione e la formazione della popolazione carceraria. È questo l'obiettivo di un protocollo firmato questa mattina a Venezia da Regione del Veneto e Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria (Prap), che porterà ad un investimento di 200 mila euro per l'assunzione di quattro funzionari, con contratto a termine di tre anni, che affiancheranno gli educatori nelle carceri. «Questo è un tema su cui si misura la civiltà di una comunità», ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia, ricordando due progetti già avviati, quello relativo alla giustizia riparativa e quello sul reinserimento socio-lavorativo.
Si tratta di un progetto che mira a migliorare le potenzialità dei reclusi prima di restituirli alla comunità. «Una volta scontata la pena, - ha spiegato Maria Milano Franco D'Aragona, provveditore dell'amministrazione penitenziaria per il Triveneto - saranno preparati per il mondo del lavoro e il reinserimento in società. Si tratta di un primo modello di collaborazione, che potrà essere replicato a livello nazionale».
«Carceri sovraffollate al 30%»
Analizzando la situazione delle carceri, il provveditore ha quindi sottolineato alcune criticità in Veneto, in primis il sovraffollamento, che si attesta attorno al 30%. «Ma la situazione dipende da istituto a istituto. - ha detto - Alcuni, infatti, hanno capienza diminuita rispetto a quella reale, per lavori di ristrutturazione in corso». Gli interventi in corso permetteranno di installare le docce in camera, «perché non è un lusso averle, ma un modo per stemperare le tensioni. Nelle parti che stiamo sistemando ho chiesto che venga inserita l'aria condizionata: come garantiamo il caldo d'inverno, dobbiamo garantire il fresco d'estate. Se la detenzione è migliore calano le tensioni e le aggressioni».