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Cronaca Eraclea

L'infiltrato nel clan svela il piano per uccidere un imprenditore: «Dovevo sparargli»

Nuova udienza del processo ai casalesi di Eraclea. Vaccaro rivela i raid con le molotov a carabiniere e comandante dei vigili urbani. Prosciutti rubati a casa dei boss dei Casalesi

La pianificazione di attentati, le armi e le truffe ai fornitori. Sono questi alcuni degli argomenti trattati nel corso della testimonianza di Vincenzo Vaccaro, il collaboratore di giustizia che si è infiltrato tra le pieghe della cellula del clan dei Casalesi in Veneto, svelando agli inquirenti in tempo reale le azioni criminali del gruppo guidato dal boss Luciano Donadio. La notizia è riportata da CasertaNews.

Due anni da infiltrato nel clan

Un'udienza fiume, quella celebrata nell'aula bunker del tribunale di Venezia, con Vaccaro unico testimone. Un esame, tra l'altro nemmeno concluso, durato oltre 8 ore in cui ha ripercorso il suo ruolo all'interno del clan, sia da affiliato dal 2007 poi da infiltrato a partire dal 2009 fino al 2011. Due anni in cui ha assunto incarichi, conosciuto la "cupola" e le sue dinamiche, pianificato raid criminali.

Molotov contro le forze dell'ordine

Tra le circostanze narrate da Vaccaro quelle di due raid incendiari, che poi non si consumarono, ai danni di un maresciallo dei carabinieri che stava indagando sulla camorra del Nord Est ed al comandante dei vigili urbani di Eraclea. Ad entrambi, secondo quanto ha riferito il pentito, doveva essere bruciata l'auto con una molotov. 

L'ordine del boss: «Spara ad altezza d'uomo»

E ancora. Vaccaro ha parlato della pianificazione di un agguato ai danni di un imprenditore che aveva denunciato Donadio. Vaccaro avrebbe dovuto prendere parte al raid e ricevette ordine da Donadio di «sparargli ad altezza d'uomo», quindi verosimilmente per ucciderlo. Il commando, con una motocicletta acquistata per quello scopo, avrebbe dovuto avvicinare l'imprenditore e fare fuoco.

La truffa dei prosciutti inviati a Casale

La talpa ha parlato poi dell'enorme disponibilità di armi da parte del sodalizio criminale, tra cui anche munizionamento da guerra. Infine le truffe ai danni di fornitori che venivano pagati con assegni falsi. In una circostanza con questo sistema vennero acquistati 40 prosciutti di Parma, alcuni dei quali spediti anche ad esponenti del clan a Casal di Principe. Parte dei proventi, anche delle truffe, venivano inviati alle famiglie dei boss detenuti per il loro sostentamento o per le spese legali. Si torna in aula mercoledì per completare l'esame di Vaccaro. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Brollo, Stellato, Antonio Forza, Stefania Pattarello e Gentilini.

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