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Cronaca

Case di riposo, la scure dei posti vuoti si abbatte sui fatturati delle strutture

Alla carenza d'organico si aggiungono le difficoltà economiche. L'allarme dei sindacati: «Si rischia il collasso del sistema assistenziale. La Regione intervenga»

Case di riposo nell'occhio del ciclone nella prima e seconda fase dell'emergenza Covid. Ai focolai dei contagi, che hanno causato migliaia di morti fra gli ospiti e centinaia di operatori sanitari in quarantena, ad aggravare la carenza cronica degli organici, si sono aggiunti i problemi economici delle strutture assistenziali per gli anziani (rsa). I posti vuoti, o freddi, sugli oltre 5000 disponibili nelle 33 residenze dell'Ulss 3 e nelle 12 dell'Ulss 4, sono circa 800. «Ci sono rsa che hanno fino al 25% dei posti vuoti - hanno spiegato mercoledì in videoconferenza Ugo Agiollo, segretario della Camera del lavoro di Venezia, Daniele Giordano della Funzione Pubblica Cgil e Daniele Tronco del sindacato dei pensionati Spi Cgil -. Una circostanza che pesa sulle condizioni economiche delle strutture che devono indebitarsi e rischiano il crollo. I minori introiti si trasformano in rette più pesanti per le famiglie, peggiori condizioni di lavoro degli operatori e rischio di crollo di tutto il sistema assistenziale».

Ai decessi che hanno svuotato le stanze si sono aggiunte le paure dei contagi di molte famiglie che hanno portato via i propri cari, ma anche le difficoltà economiche dei nuclei per la crisi. Le pensioni, che in media raggiungono i mille, mille e 500 euro al mese, vanno integrate per pagare le rette, che costano circa 3000 euro mensili. Per il sindacato il Covid ha messo a nudo tutte le fragilità delle residenze e ora serve un intervento «deciso» in termini econimici, dicono, da parte della Regione, per garantire i servizi.

Del resto i dati ministeriali sull'andamento demografico della popolazione, in provincia di Venezia, parlano chiaro, ha spiegato Tronco. Se oggi fra gli 853 mila residenti 209 mila sono over 65, nel 2029 saranno 247 mila. E mentre oggi i giovanissimi da 0 a 14 anni sono 105 mila, fra 8 anni saranno 92 mila. «Va riformato tutto il sistema - affermano i sindacalisti - anche quella domiciliare». La mancanza di personale ha avuto effetti devastanti durante le fasi del Covid, continuano. «In una casa di riposo del Veneto orientale contagi e quarantene hanno messo fuori uso tanti operatori da dover ricorrere ai volontari della Croce rossa per poter dare da mangiare agli anziani ospiti». E non va meglio sul piano degli infermieri. I concorsi Ulss li spostano dalle rsa agli ospedali, dove spesso vogliono lavorare per guadagnare di più. L'idea che potessero essere le Ulss ad assegnare alle case di riposo gli infermieri una volta assunti, al momento non ha avuto riscontro reale.

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