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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Più di 2.200 case pubbliche sfitte: e il dato tende ad aumentare

I numeri dell'osservatorio indipendente "Ocio". Le opposizioni regionali e comunali: «Osare di più nei bilanci di previsione 2023. I soldi ci sono». Una su 4 le case Ater vuote che non si possono riassegnare senza interventi

A Venezia 2.200 alloggi pubblici Ater e del Comune sono sfitti. Il dato è dell'osservatorio indipendente sulla casa "Ocio", che ha rielaborato i numeri del Comune e dalla Regione sul patrimonio pubblico abitativo, e che quantifica in 2.208 le case vuote in tutto il Comune e sulle isole, al mese di giugno del 2022. Questo nonostante la domanda sia presente e importante: tra le persone che hanno fatto richiesta per avere un alloggio, quelle che sono entrate utilmente nella graduatoria del 2020 erano 2.226. 

Una casa ogni quattro è vuota

Secondo Ocio, sono 1.016 le case sfitte nella Venezia insulare (620 dell’Ater e 396 del Comune) e 1.192 quelle in terraferma (654 dell’Ater e 538 del Comune) e, sempre stando alle indagini dell'osservatorio indipendente, le case vuote stanno aumentando di anno in anno poiché non si riescono a garantire gli interventi di recupero e manutenzione degli alloggi che si svuotano per decesso o decadenza dell'assegnatario. Si è passati dai 1.798 alloggi sfitti censiti a settembre 2017 ai 2.208 di giugno 2022. La quota di abitazioni sfitte, che nel 2017 era del 17%, sale al 20% nel 2022, e per il patrimonio Ater arriva al 25%, cioè una casa ogni quattro è vuota.

«Gli alloggi sfitti sono di più se consideriamo anche quelli di altri enti pubblici, come l'azienda socio-sanitaria Serenissima, l'Ipav (Istituzioni pubbliche di assistenza veneziana), che mette a gara gli alloggi disponibili per l'affitto con base d'asta al massimo rialzo, oppure l’agenzia del Demanio che, se anche gli appartamenti restano vuoti, invia avvisi di fine locazione ai residenti di San Pietro di Castello, dove è prevista la concessione dell’ex caserma Sanguineti a un'immobiliare francese con finalità di "ospitalità di impresa"», affermano le opposizione in Consiglio comunale e regionale, che giovedì hanno presentato e commentato i dati dell'osservatorio Ocio a Ca' Loredan.

Interventi straordinari

«Mentre la città storica raggiunge il minimo di residenti e anche la terraferma perde abitanti, né il Comune che controlla Insula, né la Regione che controlla Ater, promuovono un intervento straordinario sugli alloggi vuoti - commentano le opposizioni -. Tra i casi più eclatanti c'è quello di Altobello a Mestre - argomentano - dove il “contratto di quartiere” deve ancora essere concluso e condomini come “La Nave” sono in stato di degrado; o il complesso di Campo Marte alla Giudecca, di cui pure da anni si attende il completamento».

Nel rione Pertini a Mestre, dove sono state programmate e avviate opere di riqualificazione energetica degli edifici, «al termine degli interventi rimarranno vuote, e in attesa delle opere necessarie per la riassegnazione, 48 case del Comune e 9 di Ater» sostengono le opposizioni. In questo caso è anche noto il problema delle occupazioni abusive delle case vuote, che in passato sono state anche murate per evitare intrusioni, con la conseguenza che parte del patrimonio residenziale pubblico così è a maggior rischio di deterioramento. «Se è possibile prevedere che le abitazioni in fase di riassegnazione o manutenzione, 324 a giugno del 2022, vengano riutilizzate in tempi brevi, per quelle inserite in programmi di manutenzione (105), e ancor più per le inutilizzate, per le quali al momento della rilevazione non era previsto alcun intervento (505), i tempi di rimessa a reddito diventano lunghi», scrive Ocio.

Le risorse per i lavori

La ragione per cui tanti alloggi restano vuoti è legata, per l'osservatorio sulla casa, all'insufficiente finanziamento dei lavori di recupero delle abitazioni. «Tra il 2017 e il 2022 il Comune ha erogato a Insula circa tre milioni di euro all’anno, quasi totalmente da fondi statali o comunitari - prosegue l'osservatorio - Il contributo dell’amministrazione è stato pari al 4% circa dell’importo erogato. In pratica, con i finanziamenti messi a disposizione, Insula ha recuperato per nuove assegnazioni 72 alloggi sfitti in media ogni anno ma, secondo le stime del Comune, contemporaneamente le case che si svuotano per decesso dell’assegnatario, per revoca o decadenza, sono circa 100, e quindi ogni anno si aggiungono nuovi immobili vuoti che vanno a incrementare il patrimonio sfitto». 

La legge regionale sulla casa

«I soldi per rigenerare le case ci sono - commenta la consigliera regionale del movimento civico “Il Veneto che Vogliamo", Elena Ostanel -. La scelta è tutta politica. Oggi siamo nel paradosso che la Regione incamera dalle Ater ogni anno circa 6 milioni, in virtù dell’articolo 37 della legge sulla casa. Ovvero, lo 0,4 per cento del valore locativo degli immobili pubblici. E allora faccio una proposta: cambiamo la legge e lasciamo alle Ater quei soldi, così li possono investire sulla rigenerazione dello sfitto. Siamo l’unica Regione senza una rimodulazione dell’addizionale Irpef, cosa che porta i veneti a pagare infine di più per i servizi essenziali, come asili, Rsa, e case. Allora sì all'aumento dell’aliquota, per ottenere abbassamenti dei prezzi di servizi importanti come gli asili per le famiglie, che poi sarebbero più bassi per tutti, in modo che ne andrebbe a beneficiare tutta la comunità: si parla di 100 milioni di euro da investire sul bilancio».

Le richieste

Alla Regione l'opposizione chiede un impegno straordinario sull’edilizia residenziale pubblica, anche con un occhio di riguardo alla Venezia insulare. Al Comune domanda il completamento di tutti gli interventi programmati e un finanziamento straordinario per il recupero dei 500 alloggi vuoti che necessitano di opere al fine di poterli riassegnare.

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