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Cronaca Le Vignole

Appello ai veneziani: le idee di tutti per disegnare il futuro della caserma Miraglia

Al via la consultazione pubblica relativa alla struttura situata sull'isola delle Vignole. La vicesindaco Colle: "La città si aspetta di vedere un altro pezzo di territorio rivitalizzato"

Una consultazione popolare per disegnare il futuro di un'area importantissima per la città: la caserma Miraglia, nell'isola delle Vignole, inserita in un contesto di 200mila metri quadri di superficie, 30 costruzioni in uso, un canale navigabile lungo 800 metri e un'area verde di oltre 150 metri quadri. Il "concorso di idee" è partito il 3 maggio e resterà aperto fino al 16 giugno. In questo periodo sarà possibile presentare proposte di riqualificazione sostenibile, un'opportunità importante di partecipazione attiva per imprenditori, associazioni, singoli cittadini. Naturalmente ci sono delle condizioni, a partire dalla necessità di preservare le caratteristiche storiche, architettoniche e paesaggistiche dell'area. Proprio per questo motivo il progetto ha ottenuto il patrocinio anche del Wwf.

Dopo questa fase di ascolto, Difesa Servizi S.p.A., società in house del ministero della Difesa, avvierà una procedura ad evidenza pubblica per la concessione di valorizzazione della struttura ai privati, per un massimo di 50 anni. L’obiettivo è riqualificare l’immobile senza variazioni di volumi, sulla base delle indicazioni urbanistiche comunali.

L’iniziativa fa parte del più ampio “Progetto Venezia”, nato per razionalizzare gli spazi dedicati alle funzioni militari nella città lagunare, consentendo il riuso di alcuni edifici oggi inaccessibili a cittadini e turisti. La presentazione mercoledì mattina alla caserma Cornoldi, nel corso di conferenza stampa a cui hanno preso parte la vicesindaco Luciana Colle, Pier Paolo Baretta e Gioacchino Alfano, rispettivamente sottosegretari del ministero dell'Economia e delle finanze e del ministero della Difesa, Roberto Reggi, direttore dell’agenzia del Demanio, e Fausto Recchia, amministratore di Difesa Servizi S.p.A.

“La città si aspetta di vedere un altro pezzo di territorio rivitalizzato – ha commentato in apertura la vicesindaco Luciana Colle – è un'ulteriore dimostrazione per far sentire che Venezia è viva. Se questo progetto parte bene potrà essere l'inizio di tante altre importanti collaborazioni tra pubblico e privato volte alla valorizzazione del patrimonio cittadino. Iniziamo da questo gioiello al centro della laguna senza dimenticare la caserma Matter in terraferma che farà da partner a tutta l'operazione. Il Comune sarà un punto di riferimento in questo percorso, coordinando il tavolo tecnico che vede coinvolti numerosi attori. Il pragmatismo di questa amministrazione insieme a quello della Difesa e dell'Agenzia del Demanio e di tutti gli altri ministeri interessati sono sicura che porterà a importanti risultati”.

In precedenza la roadmap del Progetto Venezia ha visto la firma del protocollo d'intesa a Milano per la valorizzazione di tre immobili militari sul territorio comunale, ovvero le caserme “Miraglia”, "Matter", “Bafile”. Alla chiusura della consultazione pubblica è prevista la presentazione dei risultati per i primi di luglio, poi seguirà la pubblicazione del bando in Gazzetta ufficiale per i primi giorni di settembre, che scadrà a fine gennaio.

Per partecipare alla consultazione popolare si può accedere al questionario online, disponibile su www.comune.venezia.it su www.difesaservizi.it e su www.agenziademanio.it

Commenta soddisfatto il sottosegretario Baretta: “La realizzazione del piano è avvenuta in tempi molto rapidi, grazie a una forte collaborazione istituzionale. Stiamo infatti lavorando a questo progetto dall’inizio della legislatura, convinti della sua fattibilità. È evidente che si tratta di una soluzione straordinaria: la caserma Miraglia è la porta dal mare e questo progetto mette in moto un processo di valorizzazione che va oltre l’impatto sulla singola città di Venezia”. “L’idea che la Difesa metta a disposizione dei siti attraverso dei processi di liberalizzazione pubblica, collegati però anche a una realizzazione dell’intervento, è un passo straordinariamente positivo. Il privato deve sapere che alle spalle ha una burocrazia che ha fatto una salto di qualità e affronta questi temi con un volto solo”. “La valutazione di impatto economico e finanziario va vista nella sua complessità – ha proseguito Baretta –: abbiamo alle spalle 1 miliardo circa di investimenti, ma abbiamo già un recupero 200 milioni di affitti, che prima spendevamo in soluzioni non razionalizzate. La valorizzazione del patrimonio pubblico non va considerata fra i costi, ma fra gli investimenti, valutando l’impatto di medio periodo. D’altra parte l’obiettivo dello Stato non è quello di alienare, ma di valorizzare il più possibile”.

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