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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Casinò di Venezia, Slc Cgil: "Il piano aziendale infligge il colpo di grazia a Ca' Vendramin"

Il sindacato punta il dito contro un "Piano aziendale che semplicemente punta a disfarsi del lavoro. L'alternativa a Ca'Noghera c'è - scrive - ed è il Padiglione Aquae dell'Expo"

Per la sigla sindacale Slc Cgil, dei lavoratori della comunicazione, la questione della riorganizzazione del Casinò di Venezia si riassume nella parola: "tagli al personale". E su Ca' Noghera l'alternativa, scrive, c'è: "Non sappiamo quanto praticabile sia, né quanto costi farlo, (non è nostro compito) ma è il Padiglione Aquae. Oggi ridotto a un parcheggio, rischia di diventare uno dei consueti italici sprechi. Un grande, unico spazio, elegante, moderno, tecnologicamente avanzato, dove la fantasia di una buona direzione giochi si sbizzarrirebbe nell'inventare il layout di dislocazione di tavoli e macchinette, più efficace a coinvolgere e far sognare la clientela".

Scriveva la Cgil a fine 2016: "Nulla è successo in questo anno e mezzo dall'insediamento della nuova struttura dirigenziale, se non la conferma di ingressi e incassi in diminuzione, sinergie mancanti, marketing inesistente, relazioni industriali quasi escluse. Il bilancio che ne ricaviamo è di abbandono del core business, che si traduce, per la sede di Venezia nell'abuso festaiolo, e per quella di Ca' Noghera in un forte declino, nella cattiva gestione del gioco ed esasperante gestione del personale. In generale manca l'attrattività e la ricerca di un target più elevato di clientela, manca una visione di futuro".

Il sindacato ribadisce a oggi, la stessa visione. "Noi la nostra parte l'abbiamo fatta, evitando di funestare con due giornate di sciopero, a dicembre 2016, il proficuo periodo natalizio. Fidandoci dell'annuncio di un piano di rilancio, comunicato dall'assessore Michele Zuin, nonostante le forti riserve e perplessità, consapevoli della necessità di sviluppare un'azione continuata e coordinata nel tempo, ancor più del fatto che la carenza di risorse non consente interventi d'urto. Tuttavia accetteremo il confronto.

Il piano d'azione del 20 febbraio 2017 mette al centro della scena la questione delle sedi, questione storica e che da molti, troppi, anni ruota attorno a una nuova sede del Casinò da edificare al quadrante Tessera, che ormai assomiglia a un'antica leggenda, neanche più a una fiaba. Quella sede non si farà mai, non ci sono i soldi, non ci saranno mai ed è perfino, fortunatamente, archiviata la pratica del ricco privato, che viene, rileva, edifica. Diciamo subito che non ci appassiona la dismissione di Ca' Vendramin Calergi e che troviamo autolesionista, anche in presenza di una grande, nuova, sede in terraferma, rinunciare all'opportunità che ha il Casinò di Venezia, a differenza degli altri tre Casinò nazionali, di esercitare l'autorizzazione al gioco d'azzardo su due siti, peraltro con un target di clientela assolutamente diverso, non sovrapponibile, né riassorbibile"

Su Ca' Noghera le idee del sindacato sono chiare. "E' una realtà che necessiterebbe di un robusto e costoso intervento di ristrutturazione e ampliamento e la cui collocazione geografica, si rivela, sempre più nel tempo, inadeguata all'attrattività che dovrebbe essere la bussola di ogni riflessione sul Casinò di Venezia. Senza contare poi l'abbandono del brand che una siffatta operazione comporterebbe, con l'oscuramento di immagine che ne deriverebbe. Proviamo a immaginare, per un attimo, sulle riviste specializzate, la foto del palazzo sul Canal Grande, sostituite con quelle di Ca' Noghera, post restyling, cioè post intervento di stucco e pittura (ci perdoneranno gli eccellenti scenografi della Fondazione Teatro La Fenice, che hanno curato il progetto, secondo quanto dichiarato dal sindaco, ma preferiamo che continuino a regalarci i loro capolavori di illusione e emozione sul palcoscenico del Teatro).

Dunque due sedi, due siti, due clientele, se l'obiettivo non è quello di messa in liquidazione della società. Parimenti siamo contrari ad asserragliare al terzo piano le attività di rilascio e controllo delle tessere di ingresso, le slot, i tavoli di gioco tradizionale con una contrazione degli spazi destinati all'attività preminente della casa da gioco. Nell'ultimo periodo infatti è ricominciata una dispendiosa pratica festaiola, non orientata al core business aziendale, per la quale il bilancio di costi e ricavi è oscuro ai più, allora non è malizioso pensare che si vuole infliggere il colpo di grazia a quella sede, per poi chiuderla".

E per gli uffici amministrativi, scrive Slc Cgil: "Perché non pensare a ricollocarli a Piazzale Roma o al Vega (a due passi dal Padiglione Aquae), e realizzare poche camere ma di super lusso a Ca' Vendramin Calergi, assieme all'attiguo palazzo Ca' Marcello? Non sarebbe competenza del sindacato entrare nel merito della gestione amministrativa e politica di un'azienda, quando questa risponda agli interessi propri e abbia la capacità di esprimere una conduzione che risponda alla sua solidità, senza mettere a repentaglio i posti di lavoro. I lavoratori vorrebbero, possibilmente, riuscire ad arrivare alla pensione. Quest'azienda potrebbe perfino riprendere a dare nuova occupazione. La situazione e il debito in cui versa la casa da gioco è figlia delle passate gestioni".

Concludendo, scrive la sigla Cgil: "Ci piacerebbe innovare, introdurre un modello moderno di organizzazione del lavoro e di struttura del salario orientato agli obiettivi e al risultato, ma non siamo abituati a prendere in giro i lavoratori, perché, con le attuali condizioni e senza vedere imboccare strade diverse e strategie aziendali vincenti, sarebbe un orientamento assolutamente unilaterale ai loro danni! Conclusioni: dateci un amministratore delegato che rediga un piano di rilancio vero. Quello che ci è stato presentato è un piano di (destruttur)azione industriale. Non sappiamo chi ne sia l'oscuro (o oscuri) estensore, ma non ci sembra molto pratico. L'abbiamo atteso per mesi e mesi e siamo profondamente delusi. Mesi di attesa e adesso ci sono quaranta giorni per non mettere in liquidazione l'azienda".

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