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Cronaca

Caso Mose, Consorzio Venezia Nuova parte civile contro Milanese

Il Cvn è stato ammesso dai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano. All'ex deputato contestato il concorso in corruzione

Il Consorzio Venezia Nuova, ora commissariato ma un tempo guidato dall'ex presidente Giovanni Mazzacurati, il principale accusatore e artefice del "sistema corruttivo" alla base dello scandalo Mose, si è costituito parte civile al processo in corso a Milano a carico di Marco Milanese, l'ex parlamentare ed ex braccio destro dell'allora ministro Giulio Tremonti. L'imputato giovedì mattina si trovava in aula a Milano.

Ad ammettere come parte civile il Cvn, così come il ministero dell'Economia, sono stati i giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano. Il collegio non ha invece accolto le eccezioni presentate dall'avvocato Bruno La Rosa, uno dei difensori di Milanese, tra cui quella sull'incompetenza territoriale a favore di Venezia e cioé di ritrasferire il procedimento nella sede in cui è nato ed è incardinato il filone principale di indagine, condotto da un pool di magistrati della Procura lagunare.

Il pubblico ministero Roberto Pellicano, inoltre, in base alla sentenza con cui lo scorso 28 novembre la Cassazione ha scarcerato Milanese, rimettendolo in libertà, ha leggermente modificato il capo di imputazione. Ha 'bocciato' il reato di traffico di influenze, ipotizzato nel provvedimento con cui oltre un mese fa la Suprema Corte ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma ha riformulato l'accusa: ha ritenuto sia corretto contestare all'ex deputato del Pdl il concorso in corruzione ma, e questa è la differenza rispetto a prima, non con un ruolo di pubblico ufficiale bensì con una veste di "intermediario qualificato" in virtù dell'"autorevolezza" delle cariche politiche e "i rapporti privilegiati - ha spiegato il magistrato ai giudici - con l'allora ministro dell'Economia, che era anche presidente del Cipe".

Per l'accusa Milanese avrebbe ricevuto negli uffici di Milano di Palladio Finanziaria 500mila euro da Mazzacurati in cambio del suo intervento per introdurre "una norma ad hoc per salvare il finanziamento di 400 milioni di euro" per il Mose. Il processo è stato aggiornato il prossimo 19 febbraio.

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