rotate-mobile
Cronaca

Il presidente Mattarella risponde a Rizzetto: "Il caso sarà valutato dal Csm"

Il padre del giovane morto in un incidente stradale a Fossalta di Portogruaro aveva scritto al Capo dello Stato chiedendo giustizia: "Perché il giudice ha deciso di archiviare"

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, interessa il Consiglio Superiore della Magistratura del caso di Marco Rizzetto rispondendo a un'accorata richiesta di intervento da parte del papà del 23enne di Portogruaro deceduto la sera del 2 maggio del 2014 in seguito all'incidente successo nella zona industriale East Park della vicina Fossalta.

"Giorgio Rizzetto - secondo una nota di Studio 3A - è rimasto del tutto insoddisfatto della risposta data in sede penale dalla magistratura alle sue istanze di vedere puniti coloro che hanno abbandonato il figlio al suo tragico destino. Di fatto, l'unica condanna ottenuta dalla famiglia sono i 21 mesi per omicidio colposo comminati a R.T., la 45enne di Ronchis (Udine) che, saltando stop a ripetizione, ha speronato a folle velocità con la sua Passat la Ford Fiesta del giovane, che procedeva tranquillamente nelle ampie e a quell'ora deserte strade dell'East Park con diritto di precedenza: la donna, peraltro, non ha fatto un solo giorno di carcere e ha anche denunciato Rizzetto per minacce".

La famiglia di Marco, che sul piano civile è seguita da Studio 3A, si è vista chiudere tutte le porte in faccia rispetto al reato di omissione di soccorso, in particolare quello contestato a D.C., il 55enne di Ronchis, all'epoca anche consigliere comunale, che intratteneva con la 45enne una relazione extraconiugale e che quella sera si trovava in auto con l'amante, circostanza di cui però gli inquirenti verranno a conoscenza per puro caso solo due giorni dopo la tragedia: "Il politico, infatti, è fuggito senza curarsi minimamente delle condizioni del giovane agonizzante nella sua auto", continua Studio 3A.

Era stata la stessa Procura di Pordenone ad aprire un procedimento a suo carico per omissione di soccorso, ma l'unica condanna che il 55enne ha ricevuto è stata quella a quattro mesi per il reato commesso nei confronti dell'amante, che ha riportato soltanto la frattura di una caviglia. Il procedimento per omissione di soccorso nei confronti del 23enne deceduto, nonostante le ben due opposizioni presentate dai legali della famiglia contro le richieste di archiviazione da parte del pubblico ministero, Monica Carraturo, alla fine è stato archiviato dal giudice Piera Binotto, perché il reato non sussisterebbe in ragione della morte sul colpo del ragazzo: "Circostanza di cui però non vi è alcuna certezza, non essendo stata colpevolmente disposta l'autopsia sulla salma", afferma Studio 3A.

La decisione del giudice di archiviare ha profondamente amareggiato la famiglia di Marco, di qui la decisione di Giorgio Rizzetto di appellarsi direttamente a Sergio Mattarella scrivendogli una lettera. Nella missiva, il papà del ragazzo ha raccontato la vicenda esponendo tutte le sue perplessità e amarezze per “come la giustizia italiana ci ha bistrattati” e invocando un intervento del presidente in qualità di capo del Consiglio superiore della magistratura. Sergio Mattarella, per il tramite della direzione del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, ha risposto con inattesa celerità, dopo neanche una settimana. 

Nella sua lettera, il presidente della Repubblica esprime a Rizzetto “la più sincera e umana vicinanza per il dolore dovuto al tragico decesso di suo figlio”; chiarisce che, “in base al dettato costituzionale, il Capo dello Stato non è titolare di iniziativa o di intervento sulla vicenda lamentata, riguardando essa situazioni sulle quali spetta esclusivamente alla magistratura assumere provvedimenti nell'autonomo e indipendente esercizio delle relative funzioni”, ma aggiunge anche che “non di meno, le questioni rappresentate sono state sottoposte alla valutazione del Consiglio superiore della magistratura, sede propria per le determinazioni sulla condotta dei magistrati. Al Csm potrà perciò rivolgersi per conoscere l'esito della trattazione”.

L'attesa ora è per l'udienza di martedì 29 novembre, in Tribunale a Pordenone, nella quale il giudice dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione del Pm per l'accusa di omissione di soccorso mossa da Rizzetto, attraverso una querela, alla terza protagonista della vicenda: il medico di base della 45enne, la 49enne A.S., anche lei residente a Ronchis.

"L'investitrice, infatti - conclude Studio 3A -, che recentemente Rizzetto ha sua volta denunciato per omissione di soccorso proprio in ragione dei ritardi con cui ha dato l'allarme, alle 22.14 di quel 2 maggio, e cioè solo mezz'ora-tre quarti d'ora dopo il sinistro, avvenuto presumibilmente tra le 21.30 e le 21.45, si è finalmente decisa a chiamare aiuto, ma non ha chiamato il 118, come sarebbe stato logico, bensì il suo medico di famiglia. La dottoressa ha percorso 20 chilometri (e intanto il tempo passava), lungo il tragitto ha chiamato i soccorsi, è giunta per prima sul posto, ma avrebbe prestato soccorso, inspiegabilmente, soltanto all'amica".
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il presidente Mattarella risponde a Rizzetto: "Il caso sarà valutato dal Csm"

VeneziaToday è in caricamento