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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Parti di scheletro ancora in fondo al Canal Grande: "Il corpo della mostra è incompleto"

Il carico martedì era destinato a palazzo Zaguri, dove si sta allestendo l'esposizione "Crime&Justice". Mancanti un pezzo di piede e un pezzo di braccio. Si valuta il recupero

Dispersi in Canal Grande una porzione di piede destro e una parte di braccio sinistro dello scheletro nella cheba scivolato in acqua martedì 20 marzo da un pontile nei pressi dell'approdo di Santa Maria del Giglio. Entro 24 ore la proprietà del reperto deve valutare la possibilità di un nuovo intervento di recupero. L'incidente è avvenuto pochi minuti dopo le 14, quando un trasportatore ha perso la presa durante le fasi di scarico dei materiali da esposizione da parte degli allestitori della mostra “Venice Secrets: Crime & Justice”, che aprirà i battenti il 31 marzo nella sede espositiva di 2500 metri quadri di Palazzo Zaguri in campo San Maurizio.

Cassa con scheletro in Canal Grande

Lo scheletro non è completo

Per il recupero, nell'immediato dell'incidente, è stato attivato da parte della società produttrice della mostra, Venice Exhibition srl, il nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia facendo partire un intervento subacqueo che ha riportato in secca la cheba veneziana del 1500 realizzata in ferro e legno. Si tratta di uno strumento a forma di gabbia utilizzato all'epoca della Serenissima per esporre i condannati appesi in piazza San San Marco. Conteneva al suo interno uno scheletro umano di un uomo di circa 35 anni risalente a 5 anni fa. L'apparato scheletrico completo, del valore di poco meno di  50mila euro, era contenuto nella cheba, nella quale doveva essere esposto nell'ambito della sezione della mostra dedicata alle "pene infamanti", collocata al terzo piano di Palazzo Zaguri.

Si valutano ulteriori immersioni

Per limitare il più possibile i danni da ossidazione causati dall'acqua salmastra nel periodo di immersione del reperto in Canal Grande, che è durato poco meno di tre ore, gli allestitori della mostra hanno provveduto a lavare con acqua dolce il reperto appena recuperato. Fino a tarda notte, poi, a Palazzo Zaguri è continuata la pulizia dello scheletro da fanghi del fondale e la sua asciugatura in ogni sua parte anatomica per riportarlo più vicino allo stato originario in vista della valutazione del danno fornita mercoledì mattina dal medico legale Antonello Cirnelli. “Ho potuto visionare il reperto umano dopo il recupero - ha spiegato - dall'integrità dell'apparato scheletrico manca l'intero porzione di arto superiore sinistro in quanto risulta disarticolata la testa dell'omero dal margine della glena scapolare e dalla soprastante formazione acromiale. Manca infine l'intero comparto composto da caviglia e piede destro, dove residuano unicamente le formazioni della gamba relative a tibia e perone”.

"Pezzo di una collezione privata"

 “Siamo grati ai vigili del fuoco e ai veneziani presenti sul luogo dell'incidente che ci hanno fornito subito aiuto - commenta l'amministratore unico di Venice Exhibition, Mauro Rigoni - purtroppo un danno così inaspettato ci coglie alla sprovvista e ora dovremo capire come rimediare. Questi pezzi fanno parte di una collezione privata che abbiamo acquisito da poco come società. Stiamo valutando la possibilità e la convenienza di un secondo intervento di recupero subacqueo delle porzioni di ossa che non sono state recuperate con l'intervento dei vigili del fuoco. Tutti i reperti esposti in mostra sono assicurati, ma in questo caso l'oggetto consiste in materiale di una salma umana, quindi si tratta di un reperto unico non replicabile”.

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