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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Dopo 50 anni accetta di dire "sì", 72enne assolta dal reato di circonvenzione di incapace

La donna, residente in provincia di Venezia, avrebbe acconsentito alle nozze dopo una storia durata mezzo secolo, accettando anche un testamento olografo soltanto per salvare una modesta proprietà immobiliare dai figli di lui, che volevano venderla

È finito con un'assoluzione il risvolto giudiziario di una storia d'amore lunga cinquant'anni, coronata finalmente da una convivenza iniziata nel 2007. La protagonista di questa storia, una 72enne di Venezia (difesa dall'avvocato Ernesto De Toni del Foro di Padova), è stata infatti prosciolta dal reato di circonvenzione di incapace nei confronti dell'uomo che aveva atteso per più di mezzo secolo e che era stata denunciata da uno dei figli di un precedente matrimonio.

La donna, una benestante che era anche proprietaria di un noto albergo di Via Bafile e Jesolo Lido, aveva conosciuto il suo "Romeo", al tempo rappresentate di alcolici, sul finire degli anni '60.  Si erano innamorati e avevano cominciato una storia "segreta" durata fino a quando l'uomo ha divorziato dalla moglie. Sembrava che il loro sogno stesse per coronarsi ma di mezzo si erano messi i figli di lui, che avevano provocato un allontanamento della coppia. Gli amanti si erano persi di vista e lui si era risposato, fino al 2007 quando, ormai in là con gli anni e esauritosi anche il secondo rapporto coniugale, sono tornati insieme.

La 72enne ha comprato una casa che ha dato in uso al compagno, oltre a destinargli un assegno mensile, utilizzato da lui anche per pagare il mantenimento ai due figli. Intorno al 2016 però le condizioni di salute dell'uomo sono peggiorate: è stato ricoverato in ospedale e poi in una residenza per anziani. E lei, che lo ha atteso per oltre mezzo secolo, gli è rimasta amorevolmente vicino. E' a quel punto che i due figli hanno insistito perché l'uomo vendesse la sua metà dell'immobile lasciato dai genitori, per un valore catastale che non supererebbe i 20mila euro. Lui non ne voleva sapere e ha chiesto insistentemente alla donna di fare il possibile per bloccare la vendita accettando il contenuto di un testamento scritto di suo pugno.

La denuncia del figlio è arrivata a oltre un anno dal lascito del padre. Lo spunto alla querela sarebbe venuto dal compagno di stanza che avrebbe visto e sentito la donna insistere perché l'uomo mettesse la firma sui documenti, comprese le pubblicazioni per un matrimonio che non è stato mai celebrato a causa della morte dello sposo. «Io - si era difesa l'imputata - non volevo neppure sposarmi per non confondere i due patrimoni. E il testamento l'ho accettato solo perché lui mi ha supplicato di salvare l'unica proprietà immobiliare che aveva, la metà di una casa lasciata dai genitori in Puglia, altrimenti i figli l'avrebbero svenduta. La nostra è stata una storia d'amore, non di soldi. Suo figlio mi ha trascinata in tribunale  perché mi odia e mi ritiene responsabile del divorzio dei genitori. Io stavo bene così, a me bastava restare insieme con l'uomo della mia vita, non avevo bisogno di prendere i suoi soldi».

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