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Cronaca

Blitz del bambù verde sui negozi sfitti di Mestre: sono 143

Ottava performance in Veneto per Freak of Nature. Sotto i riflettori l'abbandono urbano della terraferma. A gennaio scorso il censimento in laguna. «Quest' opera vuole aprire gli occhi ma anche le porte al confronto su temi importanti»

Dopo il blitz di gennaio a Venezia, Freak of Nature torna nella notte a Mestre e censisce con il bambù verde 143 negozi sfitti. La street artist milanese molto attiva in Veneto è conosciuta per le performance degli anni passati a Vicenza, Padova, Belluno, sul ponte degli Alpini a Bassano del Grappa. E ora, come aveva fatto intendere quest'inverno dopo la comparsa dei bambù in laguna, ha agito in terraferma nella notte, contando con i segni verdi del bambù in diverse tonalità le vetrine spente. «A Mestre sono più di 143».

Si tratta della ottava performance fatta in Veneto, per mettere sotto i riflettori l'abbandono urbano, inducendo a riflessioni sociali. La scritta "sfitto", accompagnata dal bambù di diverse tonalità che caratterizzano la poetica murale di Freak of Nature, non vogliono creare danno (colori a base d'acqua,che vengono via con un colpo di spugna), come ha già spiegato, ma indurre le persone a vedere, a pensare a ciò che sta succedendo in tutte le città italiane. «Tanti, troppi spazi vuoti, che significano perdita di identità della città, perdita di denaro, spopolamento, degrado urbano ed umano - afferma l'artista - Quest'opera vuole aprire gli occhi ma anche le porte al dialogo, al confronto su temi davvero importanti in questo momento: una crisi economica pazzesca che rischia di affondare l'intero paese e che già si manifesta in ciò che ci circonda e di cui dobbiamo fruire».

Ecco il motivo delle performance, che hanno il potere di catturare l'attenzione e portare a una riflessione. «Il mondo sta cambiando ad una velocità incredibile e la rotta va modificata. Siamo ospiti su questo pianeta, insieme ad altre 2000 (circa) specie. In ogni città abbiamo riscontrato problematiche, polemiche, propensioni, discussioni e interlocutori molto diversi. Abbiamo scoperto che le città hanno un carattere, oltre che tendenze politiche, storie e situazioni sociali differenti. Nella città di Mestre lo scenario è davvero preoccupante e per quanto riguarda la terraferma e il suo "essere Venezia" la questione è davvero spinosa e interessante...».

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