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Cronaca Marghera

Il polo per la fusione nucleare va al Lazio, si spegne il sogno del maxi impianto a Marghera

A penalizzare l'opzione veneziana le carenze relative a certificazioni ambientali e idoneità del sito, su cui ha ottenuto il punteggio più basso. Bettin: "Comune e Regione si sono mossi tardi"

L’Enea ha deciso. Il piano di Venezia ottiene un punteggio basso e la città perde la possibilità di ospitare a Porto Marghera il polo europeo dell’esperimento Dtt (Divertor Tokamak Test) per la fusione termonucleare (500 milioni di investimento, 1500 posti di lavoro qualificati, un ricco indotto per le aziende del territorio). Il polo sarà realizzato nel Lazio, a Frascati. Così ha stabilito il consiglio di amministrazione dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, approvando la relazione conclusiva con graduatoria delle 9 località candidate. "Sulla base dei requisiti tecnici, economici ed ambientali richiesti - si legge in una nota diffusa mercoledì - il punteggio più elevato è stato assegnato al sito di Frascati (Roma), seguito da Cittadella della Ricerca (Brindisi) e Manoppello (Pescara)".

Male il punteggio su ambiente e bonifiche

Il sito di Marghera è risultato il meno idoneo in assoluto per quanto riguarda il capitolo "requisiti essenziali": compatibilità con il piano regolatore, garanzie di non contaminazione del suolo, certificazioni ambientali, opere di urbanizzazione primaria (già esistenti o da realizzare), idoneità delle strade di accesso, vicinanza alla linea Garr a banda ultralarga. Rispetto a questi fattori, tutti i siti proposti hanno ottenuto un punteggio fra 90 e 100 ad eccezione, appunto, di Porto Marghera, che ne ha totalizzati 75. Non sono bastati altri campi su cui avevano cercato di puntare l'amministrazione comunale e la Regione: ad esempio la vicinanza agli atenei e ad un aeroporto internazionale, la capacità attrattiva della città, l'elevato cofinanziamento regionale. Spicca anche lo zero alla voce "tempi per rendere disponibile l’area".

Bettin e Colletti: "Mancava piano adeguato"

"Un’importante opportunità svanita", per il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin: "L’impressione - commenta - è che Venezia e il Veneto abbiano guardato a questa scadenza in ritardo e senza attrezzarsi adeguatamente. Le aree che avrebbero dovuto ospitare il polo non sono ancora di proprietà pubblica, malgrado ancora nel 2014 fosse stato siglato un preliminare di accordo. La Regione si è ben guardata dall’investire davvero su Marghera, uscendo anzi dalla società costituita con il Comune per rilanciarla". Per Riccardo Colletti, segretario provinciale della Filtcem Cgil, "si annuncia molto e si fa poco. Ma è un vuoto voluto (turismo) o si naviga a vista? È inaccettabile, manca un piano industriale ed economico per la città. E si poteva approfittare anche dell’area di crisi. È vero che il Lazio aveva già un percorso sul sincrotrone di Frascati, ma forse anche la politica incide e in Veneto manca un’idea concreta su quelle aree".

Marcato: "Spero non sia questione politica"

“È una notizia terribile - commenta l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato - Vorrò comunque vedere tutte le carte per capire davvero quale sia il tasso di qualità delle altre candidature che le ha fatte considerare superiori a quella del Veneto. Quello che spero è che non sia una questione 'politica', perché allora sarebbe grave. Sono deluso, amareggiato e anche incavolato. Resto comunque convinto che Porto Marghera era la candidatura ideale per insediare il Dtt. Grazie al lavoro di sinergia che era stato messo in campo tra Regione, università e Comune di Venezia, l’offerta veneta era straordinaria per l’area, per la logistica, per l’eccellenza dell’ateneo di Padova e degli altri atenei veneti, per i servizi garantiti, per lo sbocco sul mare. Aveva insomma tutte le caratteristiche richieste dal bando per un impianto di questa natura e importanza. La Regione era pronta a mettere 40 milioni di cofinanziamento a fronte dei 25 richiesti. Il Veneto perde così una grossa opportunità, ma ora chiederò di capire il perché. Non vorrei che la nostra eccellenza nel 'fare' sia stata considerata più come un handicap che un vantaggio per il Paese".

Peggio solo la Liguria

I punteggi per la formazione della graduatoria finale sono stati assegnati sulla base di tre categorie: requisiti essenziali; ulteriori elementi; elementi economici. Nella classifica generale Porto Marghera è in terzultima posizione (181,51), davanti alle due candidate liguri (La Spezia con 170,7 e Ferrania, 180,46). Frascati ha totalizzato 213,49 punti, quindi vengono la Cittadella della Ricerca (Puglia) con 209,5; Manoppello (Abruzzo) con 208,06; Brasimone (Emilia-Toscana) con 197,82; Casale Monferrato (Piemonte) con 185; Capitolo San Matteo (Campania) con 182,4.

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