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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Marghera

Un polo per lo studio sulla fusione a Marghera? Piano da 500 milioni e 2mila posti di lavoro

L'annuncio del sindaco Brugnaro: nei terreni ex Syndial potrebbe sorgere un centro gestito dall'università di Padova e dedicato alle energie alternative. Ma ci sono altre città in lizza

Un progetto che potrebbe giocare un ruolo importante nel rilancio di Porto Marghera e, in generale, nell'ambito degli studi sulle energie alternative: l'area ex Syndial si candida a ospitare un centro di ricerca di livello internazionale sulla fusione, gestito dal dipartimento di Fisica dell'università di Padova. Potenzialmente il piano, che vede coinvolto il Comune di Venezia e che è stato anticipato martedì mattina dal sindaco Luigi Brugnaro, varrebbe 500 milioni di euro: "Ci è stato chiesto dalla Regione e dall'università di Padova - ha spiegato - di fare una proposta e lanciare la candidatura di Marghera per un luogo di ricerca sulla fusione. Si tratta di un progetto mondiale seguito dall'Unione europea, l'Italia deve decidere dove collocarlo".

Energia pulita e un deposito di gas liquido

L'idea è di sfruttare i terreni che Eni sta per cedere al Comune, considerati strategici. "Abbiamo incontrato il rettore - aggiunge Brugnaro - Abbiamo intenzione di ampliare le collaborazioni con gli atenei, di portare università europee a Venezia". Un obiettivo, ricorda il sindaco, che non sarà facile da raggiungere: "Ci sono altre candidature difficili da superare - specifica - Ma è comunque un segnale positivo. Sarebbe un grande progetto per Venezia: parliamo di energia pulita, della possibilità di recuperare la manifattura e il lavoro a Porto Marghera". A questo si aggiunge un altro importante investimento, che invece è a uno stadio avanzato, per la realizzazione di un deposito di Gnl, gas naturale liquefatto: "Un prodotto specifico, più ecologico, per mezzi pesanti e navi - evidenzia  Brugnaro - Vale 100 milioni e il recupero di un'area degradata di Marghera, con nuovi posti di lavoro. Visto che in futuro le grandi navi attraccheranno a Marghera, il privato che se ne occupa intravede nel mercato della crocieristica un business importante in cui vale la pena investire".

Riqualificazione ai Pili

"Abbiamo acceso una luce sull'idea che a Marghera si possa cominciare a fare - ha aggiunto il primo cittadino, in riferimento all'attivazione del faro Ramses II - Vogliamo marcare la differenza tra chi vuole fare e chi no. Nel caso dei Pili parliamo di un investimento importante, il recupero di un terreno degradato che sarà bonificato con soldi privati e che vedrà la realizzazione di un palasport che serve alla città".

"Divertor Test Tokamak"

Il Divertor Test Tokamak (DTT) è un innovativo esperimento per lo studio della fusione, che in natura alimenta il Sole e le altre stelle e che sulla Terra potrà offrire all’umanità una sorgente di energia pulita, sicura, rinnovabile, inesauribile (il combustibile si produce dall’acqua e dal Litio, un minerale ampiamente diffuso sulla crosta terrestre) e libera da CO2. Sulla fusione le principali economie mondiali stanno sviluppando ambiziosi programmi di ricerca. DTT è un esperimento innovativo, ideato dai ricercatori dei principali enti di ricerca italiani (ENEA, CNR, INFN unitamente ad alcuni tra i principali atenei del Paese, tra i quali appunto l’università di Padova). L’investimento complessivo per la costruzione è di circa 500 milioni. Nelle scorse settimane l’iter di approvazione nazionale dei finanziamenti per la costruzione di DTT ha avuto una forte accelerazione, grazie anche ad un accordo siglato con il consorzio Eurofusion che coordina le ricerche europee sulla fusione per conto della Commissione Europea.

Duemila posti di lavoro

Insomma, una opportunità unica di ospitare un’infrastruttura di ricerca di livello internazionale. Secondo gli ideatori la localizzazione di grandi impianti di ricerca rappresenta per il territorio che li ospita una grossa opportunità per attivare attorno ad una realizzazione di valore scientifico e tecnologico sinergie in campo economico e sociale tali da rappresentare un importante volano di sviluppo. Il ritorno complessivo di un simile progetto è stimato pari a 4 volte l’investimento. L’impatto occupazionale del progetto sarà di oltre 2000 posti di lavoro.

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