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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Cgia, «le imprese venete rischiano un boom di fallimenti»

La causa, secondo l'ufficio studi dell'associazione, non è da ricercare nei debiti, ma nei crediti «inesigibili»

Il numero dei fallimenti registrato in Veneto negli ultimi due anni non è particolarmente elevato, ma il rischio è che, dal prossimo autunno, torni ad aumentare in misura preoccupante. Tra il deterioramento del quadro economico generale, l’impossibilità di cedere i crediti acquisiti con il superbonus 110 per cento e i mancati pagamenti della Pubblica amministrazione (Pa) nei confronti dei propri fornitori, molte attività commerciali e produttive rischiano di dover portare i libri in tribunale. «Per molte di queste imprese la chiusura definitiva non sarà causata dall’impossibilità di pagare i propri debiti,  - spiega l'ufficio studi della Cgia di Mestre - ma per crediti inesigibili, ovvero per insolvenze in grandissima parte imputabili alle inadempienze della nostra PA».

Per la Cgia è in arrivo 'l'onda lunga'. «Se guardiamo la serie storica degli ultimi 10 anni, - fanno sapere - anche in Veneto il picco massimo delle chiusure è stato raggiunto nel biennio 2014-2015, ovvero 1,5/2 anni dopo la crisi del debito sovrano che ha colpito pesantemente il nostro Paese. Pertanto, come in tutte le recessioni, gli effetti si esplicitano successivamente. Cosicché, dopo le difficoltà causate dal Covid nel biennio 2020-2021 e a seguito degli effetti negativi riconducibili alla guerra in Ucraina scoppiata verso la fine di febbraio, a partire dal prossimo autunno il numero dei fallimenti potrebbe tornare a crescere anche nella nostra regione e subire una brusca impennata nel corso del 2023».

Davanti a norme incerte che da mesi condizionano l’applicazione del superbonus del 110 per cento, «gli intermediari finanziari hanno praticamente bloccato gli acquisti del credito. - continuano - A fronte di questa situazione, le imprese del comparto casa non sono più in grado di fare gli sconti in fattura. E con crediti fiscali già acquisiti e non cedibili, che in molti casi ammontano a centinaia di migliaia di euro per singola azienda, molte realtà si trovano in crisi di liquidità e sul punto di sospendere i cantieri, non essendo più in grado di pagare i fornitori».

Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, anche nei primi cinque mesi di quest’anno il numero dei fallimenti in Veneto è in calo (-34,6%). In termini assoluti sono stati 231 gli imprenditori che hanno portato i libri in tribunale (122 in meno rispetto allo stesso arco temporale del 2021). I settori più a rischio sono il commercio e l’edilizia. Sempre in questa prima parte del 2022, in provincia di Venezia si registra il segno meno: sono 4 meno i fallimenti, in diminuzione dell'8,5%.

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