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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Castello

Chiude la Biennale Architettura con oltre 300mila presenze, più del 2018

Un successo, secondo il presidente Cicutto. Gran parte dei visitatori è italiana, molti veneziani o dei territori limitrofi. Un terzo dei partecipanti è costituito da giovani sotto i 26 anni

Si è chiusa domenica 21 novembre la 17. mostra di architettura della Biennale di Venezia, edizione che ha ottenuto un ottimo riscontro: sono 298.600 i biglietti venduti, secondo le cifre riportate dalla stessa Biennale, a cui si aggiungono le 6 mila presenze registrate durante la pre-apertura, superando così il numero dell’edizione 2018. Nonostante le varie restrizioni, tra cui quelle al sistema scolastico e universitario, la presenza dei giovani sotto i 26 anni rappresenta il 32% dei visitatori totali. Alle visite guidate hanno partecipato 18.614 visitatori (+9% rispetto al 2018).

Dati che il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, commenta così: «È riduttivo dire che siamo soddisfatti. Grande è il sentimento di gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile la mostra in tempi così difficili imposti dalla pandemia: il ministero, il Comune, la Regione, la soprintendenza, il team del curatore e de La Biennale, ma anche tutti i partecipanti e il pubblico».

La gran parte dei visitatori è italiana - fra essi molti sono veneziani o dei territori limitrofi - ed è consistente la parte di visitatori che hanno potuto raggiungere Venezia via terra dai Paesi più prossimi all’Italia. Molte sono state le famiglie, le ragazze e i ragazzi, professionisti di ogni età venuti alla Mostra avendo messo in calendario una visita a Venezia. «Sottolineo - prosegue Cicutto - la qualità della realizzazione che ha accompagnato la Mostra, voluta e disegnata da Hashim Sarkis prima del Covid, che l’ha resa ancor più attuale e necessaria».

Il curatore Sarkis ha aggiunto: «Parole e immagini hanno il proprio modo di viaggiare e spesso si diffondono ancora prima che si sia potuto assegnare loro un valore o un significato. Nell’immediato ci seducono, stimolano in noi passioni, e da ultimo si agganciano a un significato, a un certo spirito del tempo, diventandone le più efficaci illustrazioni. La nostra epoca nascente è alla ricerca di immagini, e queste sono alla ricerca del loro spirito. Per questo speriamo che i progetti presentati alla Biennale Architettura 2021 siano in grado di generare un nuovo immaginario, ma prendiamoci anche il tempo necessario per analizzarli, prima che essi possano svelarci qualcosa di più su di noi. Le incertezze globali hanno solo reso più forte questa Biennale e hanno contribuito a rendere la domanda “How will we live together?” più attuale e urgente, anche se con qualche sfumatura di ironia. La pandemia non è stato soltanto un anno sprecato ma anche guadagnato. La pandemia ci ha regalato più tempo per riflettere e collaborare».

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