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Cronaca

Il Cipess sblocca 538 milioni di euro per il Mose

Saranno destinati al completamento degli impianti, ma anche a opere paesaggistiche. Le imprese, però, avanzano ancora pagamenti per 26 milioni

Il Cipess, comitato interministeriale per la programmazione economica, ha autorizzato stamattina l'utilizzo di 538 milioni di euro per interventi di completamento del sistema Mose. Il provvedimento era atteso da settimane e i fondi serviranno anche per la realizzazione di opere di compensazione ambientale e paesaggistica, interventi di ripristino e migliorativi, verifica tecnica delle parti già completate e attività di manuntenzione. La delibera tecnicamente non comporta un aumento dei costi complessivi perché effettua una riprogrammazione di risorse già esistenti, ovvero fondi derivanti da minori oneri finanziari sui mutui contratti per la realizzazione dell'opera.

Secondo la struttura del commissario per il Mose, Elisabetta Spitz, «si tratta di un passo fondamentale» giacché il provvedimento «consentirà di destinare le nuove risorse prioritariamente al completamento del Mose e alle opere di salvaguardia. Buone notizie - aggiunge - per le imprese e per i lavoratori che potranno vedere, in tempi brevi, la ripresa dei cantieri e l’ultimazione di quel 5% di opere ancora necessarie per completare le opere alle bocche». Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini si è detto «molto soddisfatto» per questa iniziativa che «consente di rafforzare gli interventi per la tutela di Venezia e della sua laguna, patrimonio del mondo».

Resta aperto il capitolo dei vecchi crediti avanzati dalle imprese impiantistiche, che per questioni burocratiche non possono essere ripianati con questi nuovi fondi. Le imprese hanno ribadito oggi in una nota che «non rinunceranno ai loro crediti, pari a 26 milioni di euro, derivanti da lavori regolarmente eseguiti e certificati e da fatture regolarmente emesse», facendo presente di aver «profuso ogni sforzo per permettere negli ultimi anni di raggiungere importanti risultati» e di aver «reso possibile, durante l’inverno scorso, il sollevamento delle paratoie delle bocche di porto, di fatto salvando Venezia dall'acqua alta».

Il direttore di Legacoop Veneto, Mirko Pizzolato, ha chiarito di essere molto contento per l'approvazione dell'atto, che è però solo un primo passo. Ora l'azione deve procedere su due canali: da un lato, è necessario «sbloccare immediatamente i cantieri contando su quei denari», dall'altro «tenere aperto il tavolo per sbloccare i soldi che devono ancora arrivare, perché questi 538 milioni non possono essere usati per i debiti pregressi». Su questo tema c'è stato un incontro con il commissario liquidatore del Cvn, Miani, e le imprese stanno aspettando soluzioni. Pizzolato ha anticipato l'intenzione di chiedere al Cvn e al provveditorato «di dare immediatamente seguito e darci l'avvio lavori», ma anche di «riprendere il ragionamento sul prestito ponte bancario per mettere, da subito, liquidità in mano alle imprese».

«Viva soddisfazione» anche da parte del presidente di Ance Venezia Giovanni Salmistrari: «Si tratta di risorse estremamente importanti» proprio perché, oltre a permettere di completare il Mose, saranno destinate alla realizzazione delle opere compensative previste nel Piano Europa. «Un ringraziamento - aggiunge Salmistrari - al ministro delle Infrastrutture Giovannini, ma soprattutto al ministro Brunetta. Per le imprese veneziane, e per le loro maestranze, impegnate nella complessa partita della gestione dei rapporti di credito/debito con il Consorzio Venezia Nuova, si tratta di un’autentica boccata di ossigeno. L’auspicio è quindi che si possa passare alla fase operativa dare e al più presto effettivo avvio ai cantieri».

Sono soldi non destinati al pagamento dei debiti con le imprese ma ai lavori, conferma il provveditore alle opere pubbliche per il Veneto, Cinzia Zincone, ma «chiaramente danno una prospettiva per risolvere le problematiche su cui il ragionamento era sospeso fino allo sblocco di questi fondi: adesso cominciamo a ragionare». Sull'idea del prestito ponte a favore delle imprese, Zincone assicura di essere «disponibile per tutto ciò che può favorire la ripresa dei cantieri», ricordando che «domani c'è un'udienza sul 182 bis (la ristrutturazione del debito del Cvn, ndr.) e abbiamo convenuto di chiedere un breve rinvio per poter portare a questo punto una soluzione strutturata».

Pier Paolo Baretta, consigliere comunale Pd, sottolinea anche l'urgenza di completare «marginamenti e compensazioni, sistemare la conca di navigazione e mettere le imprese veneziane in sicurezza. Va inoltre risolto definitivamente il problema delle grandi navi togliendole dal bacino di San Marco, utilizzando da subito gli approdi che vengono già usati in occasione del Redentore, avviando al più presto la scelta sugli approdi d’altura, e avviare l'Autorità per la laguna già prevista per legge».

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