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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Minutillo in Tribunale: "In 4 anni costituiti fondi neri per 10 milioni di euro per il Consorzio"

L'ex amministratrice delegata della San Marino Adria Infrastrutture giovedì in Aula ha ricostruito il giro di false fatturazioni che ha permesso di pagare tangenti anche a politici

Una deposizione molto attesa quella di Claudia Minutillo, teste dell'accusa nel processo Mose. Giovedì mattina una dei "grandi accusatori" che ha permesso di scoperchiare un vorticoso giro di mazzette e favori all'ombra del sistema di paratoie mobili che dovrebbe essere inaugurato nel 2018, ha parlato della raccolta di fondi neri per circa 10 milioni di euro in quattro anni da girare al Consorzio Venezia Nuova, all'epoca retto da Giovanni Mazzacurati.

Lo ha fatto nel corso di una deposizione durata un paio d'ore, a tratti secondo l'Ansa apparsa confusa rispetto a quanto dichiarato in istruttoria, nell'udienza del processo che vede imputate otto persone, tra le quali l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e l'ex ministro Altero Matteoli. I soldi raccolti con il sistema della false fatturazioni, nel periodo in cui la Minutillo era amministratrice delegata di San Marino Adria Infrastrutture, sarebbero serviti, attraverso dazioni anche a politici, alle quali non avrebbe avuto parte, a spingere sui lavori di realizzazione dell'opera chiamata a proteggere la città lagunare dall'acqua alta. La Minutillo avrebbe raccontato di soldi portati direttamente a Mazzacurati. Soldi destinati "a Roma". Al tempo dela San Marino Adria Infrastrutture, in definitiva venivano emesse fatture per operazioni inesistenti o dal costo inferiore, in modo da riuscire ad avere a disposizione soldi liquidi da consegnare sottobanco a chi era in grado di decidere sul destino del Mose.

Minutillo ha indicato in Giovanni Mazzacurati colui che aveva il ruolo di dominus nel sistema di pagamenti illeciti orchestrato attorno al mega progetto. Interrogata dal pubblico ministero Stefano Ancilotto, Minutillo ha ricordato come 'Adria' fosse una costola della Mantovani, il cui amministratore delegato all'epoca era Baita, e proprio da lui, da suoi collaboratori e da 'voci' del Cvn aveva raccolto le informazioni secondo cui a beneficiare del denaro erano stati la Socostramo di Erasmo Cinque, vicina all'ex ministro Altero Matteoli, e l'ex magistrato alle acque, Maria Giovanna Piva; tutti e tre imputati per corruzione. 

Minutillo ha ripercorso le fasi salienti della sua vita professionale ricordando come da fac-totum di Giancarlo Galan avesse gestito contatti con politica e imprese a vari livelli, tanto che, una volta uscita dalla Regione Veneto, era passata a lavorare prima nella controllata Thetis del Cvn e poi in Adria per conto di Baita. Minutillo ha detto di non aver mai partecipato direttamente al pagamento di tangenti, ma di aver operato come 'collegamento' per la raccolta delle provviste di denaro a San Marino. Durante il contro-interrogatorio delle difese degli imputati, Minutillo è apparsa a tratti confusa, scambiando a volte i nomi e dicendo di non riuscire a datare alcune circostanze, tanto da correggere il tiro su quanto detto ai magistrati in fase istruttoria. 

Questo ha fatto chiedere alla difesa Matteoli di trasferire gli atti alla Procura con l'ipotesi di reato di calunnia. Durante l'indagine Minutillo aveva tirato in ballo per presunte dazioni anche Gianni Letta, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Oggi la donna ha invece precisato - cosa che già in fase istruttoria avevano esaminato in sede di indagine i pm - che Letta dava solo consigli, o procurava appuntamenti a Mazzacurati. Su questo aspetto il collegio si è riservato. Minutillo ha già patteggiato una pena, era stata arrestata nel 2013, per le false fatture a San Marino volte a creare i fondi neri

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