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Cronaca Canal Grande

Agricoltori, corteo in Canal Grande "Vogliamo una banca della terra"

Coldiretti fa marciare i giovani intraprendenti e scontenti verso palazzo Ferro Fini: "Così speriamo di creare lavoro anche per il futuro"

Scatta la protesta degli imprenditori agricoli, che arrivano in corteo fino a Venezia. Dietro le polemiche le tante storie di chi si ritrova intrappolato nella burocrazia, impedito a lavorare per vincoli ormai senza senso e ora chiede una "banca della terra" alla Regione

I RACCONTI - Due storie, agli antipodi del Veneto, ma simili. Paolo a Torcello coltiva i suoi mille metri quadrati di orto. In questa isola la terra è fertile e può seminare qualsiasi cosa, subito diventa ortaggio prelibato. Oltre il recinto della sua proprietà però solo rovi. “Quell’appezzamento è del Demanio – dice - e potrebbe diventare una spiaggia verde della laguna dove turisti di passaggio possono approdare con la loro barca e concedersi un po’ di relax gustando prodotti tipici. Peccato che sono passati dieci anni dalla prima mia richiesta”. Per fortuna l’unico imprenditore agricolo che vive in questo posto non si scoraggia. Esattamente molti chilometri più in là, all’altezza delle Prealpi trevigiane, un giovane ha vinto il bando per gestire una malga tra Vittorio Veneto e Valdobbiadene. Per ripristinare l’ambiente vorrebbe sfalciare l’erba dei campi vicini cosi da alimentare gli animali allevati. E invece no, tutto quel terreno limitrofo alla stalla appartiene ad un Consorzio che non se ne cura affatto. Per questi casi e tanti altri, un centinaio di giovani imprenditori di Coldiretti hanno manifestato a Venezia lungo il Canal Grande e per le calli fino a raggiungere palazzo Ferro Fini per chiedere alla politica regionale una banca della terra veneta.

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LE PROTESTE - “Vogliamo conoscere quali e quanti sono gli appezzamenti, le parcelle incolte quelle abbandonate o ancora vincolate – ha detto Andrea Barbetta, leader di Giovani Impresa - Vogliamo accedere alle gare per l’assegnazione dei terreni con priorità: non possiamo competere con le grandi disponibilità economiche di aziende ben strutturate, ma in cambio diamo l’intraprendenza e prospettive occupazionali di lungo termine. Siamo pronti a ridare fertilità a questi campi e, di conseguenza, più prodotti genuini ai cittadini con un territorio più sicuro e curato”. Una richiesta legittima, sostenuta dalla presenza dei “senior” dell’Associazione: il presidente Giorgio Piazza e pure il direttore Pietro Piccioni. “Al vaglio della IV commissione agricoltura – ha detto Piazza – c’è un progetto di legge in tal senso, siamo stati ricevuti per consegnare le nostre osservazioni affinchè la Regione prenda velocemente le giuste decisioni in merito. Secondo il censimento del 2010 stiamo parlando di oltre 15 mila ettari gestiti da 135 enti pubblici su un totale di una superficie pari a 811.440 ettari lavorata da circa 120 mila aziende. Queste proprietà, seppur utilizzate, sono in patrimonio che potrebbe essere messo in trasparenza e magari on line cosi che tutti possano individuare i siti e addirittura partecipare ad eventuali appalti”.

FRONTE COMPATTO - Le considerazioni che i Giovani Coldiretti non digeriscono in merito al provvedimento legislativo riguardano l’ennesimo incarico, quasi in conflitto d’interessi, a Veneto Agricoltura, il ridotto elenco degli immobili previsti e i vari filtri imposti che bloccano un possibile sistema on line e, non ultima, l’omissione della precedenza assoluta alle nuove generazioni. La delegazione è stata ricevuta dal presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato, dal consigliere regionale Nicola Finco primo firmatario, oltre che dai componenti della IV commissione agricoltura guidata da Davide Bendinelli e riunita appositamente per l’esame del testo normativo. “L’impegno, i ragazzi di Coldiretti, lo vogliono prendere di fronte alla società con i politici regionali da veri protagonisti di un settore in controtendenza capace ancora di dare occupazione – ha commentato Piccioni al termine dell’incontro – se si pensa che in Veneto il tasso di disoccupazione è pari al 25,3% e colpisce la fascia d’età tra i 15-24 anni, quello di oggi è un atto di responsabilità da parte di tutti, alla vigilia della festa del primo maggio, il messaggio di speranza viene proprio dai giovani imprenditori per i giovani lavoratori di domani”.

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