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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Non è un veneziano, è Neji: con lui andavamo a ballare a Ravenna"

Il militante Isis ucciso dai curdi sarebbe un 36enne tunisino partito a novembre per la Siria da Milano: "Morto sotto un bombardamento"

"Non è veneziano, non ci è nemmeno mai andato credo a Venezia". A parlare è un'amica 34enne di Neji ben Amara, il 36enne tunisino militante dell'Isis che suo malgrado, e a distanza di settimane dalla sua morte, è finito alla ribalta delle cronache come presunta vittima veneziana di un cecchino donna curdo nella città di Kobane, in Siria. "Quando abbiamo visto la foto io e mio marito l'abbiamo riconosciuto subito, spesso ci uscivamo insieme quando abitava a Ravenna - racconta - Poi è diventato un fanatico dopo essersi trasferito a Milano. Da quel momento è cambiato tutto. Ci hanno detto che è morto in un bombardamento ai primi di febbraio".

VENEZIANO UCCISO: I DUBBI DEGLI INQUIRENTI

Dunque quella foto che ormai ha fatto il giro dell'Italia e su cui Ros e Digos stanno lavorando da venerdì mattina sarebbe quella di un 36enne tunisino (avrebbe dovuto compiere 37 anni a maggio) che tra l'altro avrebbe rinnovato il permesso di soggiorno da poco. "Da meno di un anno", racconta l'amica. A scorrere i suoi post sui social network non ci sarebbero proprio dubbi. Dunque cos'è successo? "Mio marito è un suo connazionale - spiega la donna - abbiamo saputo che a novembre era partito per la Siria per combattere con l'Isis". Il suo fanatismo era cosa nota, visto che anche il suo profilo Facebook era stato chiuso per i messaggi che di volta in volta postava. Prima una vita "normale": un'abitazione non distante dalla piscina comunale di Ravenna, lavori saltuari come bagnino o in una fabbrica di cinture. Poi il trasferimento a Milano per migliorare le proprie condizioni di vita e trovare stabilità. Lì lavora come barista, ma trova qualcos'altro. Trova il fanatismo religioso.

IL TWEET: "COMBATTENTE DELL'ISIS VENEZIANO UCCISO"

Al punto da decidere di andare a combattere per lo Stato Islamico: "Sul suo nuovo profilo Facebook si vede la stessa foto che gira in questi giorni, solo da un'angolatura diversa - spiega la 34enne - la porta con l'inferriata è la stessa. Vicino a lui, quello con gilet marroncino, dovrebbe essere un tunisino reclutatore dello Stato Islamico, poi il terzo sarebbe sempre un loro connazionale". Sul "nuovo" profilo foto di grigliate sul lago e facce sorridenti, una realtà agli antipodi di ciò che ci si aspetterebbe da un miliziano dello Stato Islamico: "Avevamo saputo che era morto a causa di uno dei bombardamenti giordani dopo la diffusione del video sull'uccisione del pilota d'aereo - dichiara la donna - le date corrispondono".

LA COMUNITA' ISLAMICA: "NON FACCIAMO IL GIOCO DEI TERRORISTI"

Il filmato in cui si vede il prigioniero dell'Isis morire tra le fiamme rinchiuso in una gabbia è stato diffuso proprio agli inizi di febbraio, dopodiché la risposta giordana. Lontana da Kobane, dove invece i Peshmerga avevano annunciato con un tweet l'uccisione di tale "Francesco", per mano di un cecchino donna. Un messaggio che quindi si rivelerebbe più propagandistico che altro: "Siamo sicuri - conclude la donna - è lui senza ombra di dubbio". L'immagine appartiene a Neji ben Amara, dunque, 36enne tunisino partito a novembre per combattere al fianco dell'Isis dopo essersi trasferito a Milano per qualche anno. Sulle sue sorti, in assenza di conferme ufficiali, tutto rimane in forse. Ma visto ciò che scrivono i "nemici" curdi, è lecito aspettarsi il peggio.

L'ANNNUNCIO SU TWITTER DEI PESHMERGA

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