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Cronaca Fusina

Ambientalisti al Ro Port di Fusina: «Questo sistema non è sostenibile»

I comitati annunciano nuove mobilitazioni e lotte contro le grandi navi, l'inceneritore, gli scavi e a difesa dell'ambiente

«La centrale a carbone dell'Enel, che verrà riconvertita a gas ma certo non è green economy, l'inceneritore di Fusina, i depositi di gas liquido, il cementificio: tutti piani collegati a scavare canali, cementificare, bruciare i rifiuti: zero diritti per la salute e l'ambiente oltre a un attacco a 365 gradi alla gronda lagunare in nome di quel sistema produttivo affaristico, corrotto e sbagliato dell'industria del turismo. Questo non è sostenibilità». I movimenti ambientalisti Comitato Opzione Zero, Medicina Democratica, Assemblea contro il rischio chimico Marghera, Malacaigo, Ambiente Venezia, Ecoistituto Alex Langer, Eddyburg, Cobas autorganizzati Comune di Venezia, Società della cura Venezia, Quartieri in Movimento, Mira 2030, FFF Venezia-Mestre, Forum dell’Aria, Comitato Difesa Ambiente e Territorio Spinea, Marghera libera e pensante, WWF Venezia, Comitato No Grandi Navi, Associazione Valore Ambiente, Associazione Apio onlus, Coordinamento associazioni ambientaliste Mares Mogliano, Associazione nascere meglio Mestre, Casa del Popolo Cà Luisa, Movimento Decrescita Felice – circolo di Venezia Movimento Pfas-Land si sono dati appuntamento all'ingresso del terminal Ro Port di Fusina sabato. «Da qui partiamo oggi, a due passi da terminal dove vogliono portare le grandi navi». Per i comitati l'iniziativa serve a dire che mobilitazioni e lotte contro le grandi navi, l'inceneritore e a difesa dell'ambiente, non si fermeranno.

«Ieri abbiamo incontrato la delegazione Onu per i diritti umani, in missione in Italia grazie anche all’interessamento del movimento No Pfas. Abbiamo scelto di venire qui – affermano gli esponenti dei comitati tra i quali Opzione Zero di Mattia Donadel e Assemblea permanente contro il rischio chimico di Roberto Trevisan – perché siamo nel cuore di Porto Marghera a due passi dal nuovo inceneritore di Veritas; vicini anche alle banchine dove si vogliono portare le grandi navi scavando nuovi e vecchi canali, alle centrali termoelettriche di Enel e di Edison che si vogliono far passare come “verdi”, al Vallone Moranzani. I Commissari Onu hanno voluto sentire anche la voce dei comitati. Abbiamo raccontato tutta l’eredità di veleni e di inquinamento che ha caratterizzato il più grande sito di Interesse Nazionale d’Italia (Porto Marghera), ma abbiamo anche raccontato loro quanto nefasto sia il futuro di quest'area con tutti i progetti devastanti che hanno in serbo Regione Veneto e Comune. Altro che capitale della sostenibilità, come vorrebbe il sindaco Brugnaro, qui siamo in uno dei luoghi più inquinati del Paese. E le ricadute sull’ambiente e sulla salute della popolazione sono pesantissimi».

I comitati dell’area metropolitana annunciano in modo unitario che le loro lotte, mobilitazioni e proposte continueranno. Il primo appuntamento è per il week end del 18-19 dicembre, due giornate di gazebo per raccogliere fondi a sostegno della battaglia legale contro l’inceneritore di Fusina e per sensibilizzare la popolazione. Il comitato No Grandi Navi critica il Mose: «Un bidone, doveva funzionare 7-8 volte all'anno, in realtà si alza 6-7 volte al mese - commenta Stefano Michieletti - La portualità non ha futuro in laguna e le paratoie, monumento alla stupidità, sono inutili dal momento che l'innalzamento del livello dei mari le renderà obsolete». Associazioni critiche anche contro gli scavi. «Siamo disposti - dicono i militanti - a portare la mobilitazione sul canale dei Petroli». Critiche all'alta velocità per l'aeroporto. «Inutile e devastante, si distrugge un sito naturalistico», dice Monica Coin (Comitato ex Umberto I). «No all’inceneritore e no all’attacco alla salute che Comune e Regione stanno praticando - conclude Mariangela Corradini di "Tutta la città insieme!" -. Le grandi navi a Marghera, lo scavo del canale dei Petroli, i collegamenti in gronda lagunare con la città storica rappresentano attacchi profondi all’equilibrio della città e alla vita dei cittadini».

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