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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Mose, No Nav: «Mostro che succhia risorse pubbliche». Codacons: «Inesattezze»

La protesta in barca dei comitati contro l'opera iniziata in bacino San Marco alle 9 di venerdì e proseguita al Lido. Contatti fra forze dell'ordine e militanti alla bocca del Lido

Da un lato della laguna il test di sollevamento completo delle paratoie del Mose, oggi venerdì 10 luglio, alla presenza di numerose rappresentanze istituzionali, il premier Conte, ministri, sottosegretari e tecnici, il Comune e la Regione Veneto. Dall'altro, in bacino San Marco, i barchini dei comitati in protesta contro l'opera pubblica, «un mostro che da quasi trent'anni succhia risorse pubbliche contribuendo alla rovina della città», si legge sulla pagina Facebook dei No Nav. In base alla testimonianza video dei militanti le loro imbarcazioni sono state «speronate» dalle forze dell'ordine: polizia di Stato, polizia Municipale, carabinieri e finanza. Queste ultime parlano di un contatto. Le prime, dirette verso la bocca di porto di Lido per raggiungere il luogo del test cui erano presenti il premier Conte, il governatore del Veneto Zaia e il sindaco di Venezia Brugnaro, all'altezza di Sant'Andrea sono state bloccate da un dispiegamento di natanti delle forze dell'ordine.

Mobilitazione del comitato contro l'opera

La critica

«Sappiamo cosa ha storicamente significato il Mose per questa città, il flusso di risorse che potevano essere impiegate per reali soluzioni e progetti alternativi meno costosi e impattanti sull’ecosistema». Considerazioni del comitato riguardano anche «l'opera ritenuta obsoleta e anacronistica per le previsioni di innalzamento dei livelli del medio mare, dovuto ai cambiamenti climatici». L'appello è rivolto «a chiunque in questa città si sia sentito preso in giro, oltraggiato, schernito. Chi ha saccheggiato e banchettato in tempi più felici è ormai nel dimenticatoio e lo scandalo è stato fatto passare per responsabilità di qualche mela marcia corrotta». Dubbi anche sui meccanismi del sistema, da parte del comitato No grandi navi. «I lavori più delicati riferiti all’apparato elettromeccanico, al motore del Mose, sono lungi dall’essere conclusi e le prove vengono effettuate in modalità provvisoria. Il Mose ucciderà la laguna, l'ecosistema unico e delicatissimo», conclude.

Il commento

«A Venezia va in scena una prova di funzionamento del Mose di cui per certo si sa che è inadeguato a fronteggiare la crescita attesa delle acque - scrive Giovanni Andrea Marttini della Municipalità di Venezia - Già l'analisi della Via di oltre vent'anni fa aveva rivelato alcuni difetti mai sanati, come l'accumulo di detriti che impediscono ai cassoni di rientrare in sede dopo l'uso, e, ancor peggio, il fenomeno della risonanza delle paratoie. Che si tratti di Mose o di Grandi navi - conclude - è una malintesa ingegneria idraulica che sulla laguna ha messo le mani al servizio di interessi economici».

Il Codacons

Sarà il Consiglio di Stato, cui spetta l’ultima parola dopo la perizia tecnica redatta da un team di esperti Codacons, a dare il via libera all'opera, secondo l'associazione di consumatori che afferma: «Il progetto del Mose - è stato - approvato sulla base di presupposti tecnici inesatti. In condizioni di mare agitato e venti forti le paratoie sarebbero infatti soggette a instabilità dinamica con gravi rischi per la loro tenuta. Nella perizia redatta dagli ingegneri Vincenzo Di Tella, Gaetano Sebastiani e Paolo Vielmo si legge:

«Gli esperti avevano rilevato la presenza della risonanza sub-armonica e raccomandato di determinare il comportamento dinamico reale delle paratoie. Il Consorzio (Venezia Nuova) ha disatteso questa raccomandazione. Per l'associazione, «le vasche di prova usate in scala 1 a 30 e 1 a 10 non sono adatte e pertanto i risultati sono fuorvianti». 

Reazioni

Per la lista Terra e Acqua, intervenuta sul test di oggi, le paratoie si sono alzate senza problemi, ma le condizioni verificatesi a novembre erano nettamente diverse. «Speriamo nel successo di questa opera in ogni condizione meteorologica. Come affermato dal presidente Conte, chiunque si deve augurare che funzioni, che consenta di salvaguardare la laguna e la città, con le sue fragilità. Un altro 12 novembre non possiamo permettercelo». Il vero banco di prova dell'opera è il suo rapporto con il cambiamento climatico, per il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin. «Il Mose può solo isolare la laguna, non agevolarne in nessun modo il ricambio d’acqua necessario a farla vivere. L’opera - scrive - andrebbe in primis sottoposta a una verifica strategica non in condizioni atmosferiche ideali come quelle di venerdì». Mentre per il sottosegretario al Mef Pier Paolo Baretta il sollevamento contemporaneo delle paratoie è riuscito, «ma vanno garantite anche la manutenzione e la tutela dell’ambiente».

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