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Cronaca

Un pool etico per i casi più delicati: psicologo, avvocato e bioeticista al fianco dei pazienti

Il comitato è stato costituito dalla Ulss3 Serenissima e servirà a fornire un parere autorevole ai familiari e al personale sanitario su questioni come quella del "fine vita"

Un pool di esperti a disposizione dei sanitari, ma anche dei pazienti e dei loro familiari, per supportarli di fronti alle questioni etiche che si presentano nella malattia e nella cura: è il nuovo “comitato etico per la pratica clinica” istituito dall’Ulss 3 Serenissima. Il team si propone come punto di riferimento per chi si trova di fronte a scelte difficili in ambito socio-sanitario – si pensi alle questioni etiche legate alla situazione di “fine vita” – o nutre dubbi rispetto all’eticità delle cure prestate.

I componenti – tra cui medici e infermieri, uno psicologo, un avvocato, un bioeticista, un assistente sociale e un rappresentante delle associazioni di volontariato – sono una ventina: “Con tutte queste competenze  – spiega il direttore Giuseppe Dal Ben – Il comitato si affianca a chi ha bisogno e fornisce un supporto e un parere, non vincolante ma certamente autorevole. Aiuterà chi ha necessità di comprendere il confine tra cura e accanimento terapeutico, o chi si trova di fronte ad un conflitto tra i vincoli imposti dalla religione e le necessità di cura, per fare solo alcuni esempi. Opererà quindi attraverso le attività di consulenza etica e  elaborazione di indirizzi di carattere etico, per aiutare a scegliere in situazioni di cura ed assistenza complesse e difficili”.

Istituito nelle scorse settimane, il comitato è all’opera sotto la presidenza della dottoressa Giovanna Zanini: “Lo sviluppo scientifico apre sempre nuove vie di cura e assistenza - spiega - e allo stesso tempo si incontrano e a volte si scontrano in modo vorticoso i sistemi di valori, culturali e religiosi diversi. Al cittadino-paziente, che è consapevole ormai di essere titolare di diritti e non solo ‘oggetto’ delle cure decise dal medico, il comitato offre un luogo di confronto e di indirizzo competente, perché la consapevolezza dei diritti si realizzi attraverso un dialogo e  una corretta analisi della complessità dei problemi. In questo senso la consulenza etica fornisce un aiuto per capire e per decidere nelle situazioni eticamente complesse, tenendo conto di tutti i diversi complessi aspetti in gioco: clinici, giuridici, deontologici, sociali, ma anche relazionali e morali”.

Uno strumento ulteriore è costituito da un progetto operativo che porta l’esperto bioeticista ad entrare direttamente in dialogo, dentro le strutture mediche, sia con gli operatori sanitari sia gli utenti: “Questa presenza attiva – spiega la dottoressa Zanini – ci porta ad essere vicini ai paziente, familiari e agli operatori e quindi ad essere un riferimento prossimo. Possiamo accogliere e individuare  già nelle strutture i casi in cui operatori e utenti vivevano situazioni di difficoltà e dubbi etici, ed è utile una nostra consulenza”. Agli operatori sanitari, infine, il comitato propone un programma organico di occasioni di formazione sui temi etici della pratica clinica, per diffondere le competenze e la sensibilità su questi temi, e perché sia nota la presenza e la disponibilità di quest’organo consultivo a disposizione degli operatori sanitari, dei pazienti e dei familiari”.

Nel comitato, istituito secondo le indicazioni della Regione Veneto al riguardo, siedono componenti esperti provenienti dalle tre ex Ulss di Venezia, di Mirano e di Chioggia. Nell’analisi dei casi, il punto di vista del volontariato è portato in particolare da Giambattista Pauletti, di Avapo Venezia, che lo rappresenta.

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