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Cronaca Pellestrina

Con i sensori l'auto diventa un tir: "Pago 38 euro in più sul ferryboat"

Antonio Gavagnin, di Pellestrina, nelle scorse settimane ha cambiato la propria Renault Megane station wagon col modello più "aggiornato". I sensori di parcheggio la allungano

Cambia la propria autovettura, acquistando lo stesso identico modello ma di nuova produzione, e scopre che per 59 millimetri di lunghezza in più il carnet da 10 corse per il ferry boat da Pellestrina al Tronchetto non gli costa più 85 euro, bensì 123. È accaduto ad Antonio Gavagnin, residente a Pellestrina e socio di Adico, associazione difesa consumatori, che per denunciare quella che a suo avviso è una vera ingiustizia il 3 dicembre 2012 ha scritto una lettera ad Actv, chiedendo che si trovi una soluzione a un problema che può interessare molti altri consumatori.

Gavagnin ha da poco sostituito l'auto, una Renault Megane Station Wagon, nemmeno una delle quattro ruote più lunghe in commercio, con un nuovo esemplare della stessa vettura: stessa marca, stesso modello. Unica differenza, il nuovo veicolo monta dei sensori di parcheggio in retromarcia. Ma il consumatore praticamente neanche ci fa caso. E se ne accorge nel peggiore dei modi. Al primo imbarco al ferry dal Tronchetto con la nuova macchina, si reca al Lido per cambiare l’Imob e registrarla, libretto dell’auto alla mano. «E lì, all’improvviso, scopro che la mia station wagon era diventata un camion – ironizza Gavagnin – sì, perché a causa dei sensori di parcheggio la mia auto non misura più 4,5 metri bensì 4,559 metri, e sforando di 59 millimetri il limite di lunghezza previsto per la categoria C ecco che la mia auto passa in categoria D, quella dei camion, che prevede per il carnet di 10 corse un pagamento di 123 euro contro gli 85 che pagavo prima: 38 euro in più per 6 centimetri scarsi mi sembrano davvero un’assurdità».

Così Gavagnin ha scritto una lettera ad Actv, con una proposta precisa: «Per rendere giustizia a tutti i consumatori che come me utilizzano il ferry boat, Actv deve riservare le prime tre categorie – A, B e C – alle sole autovetture, alzando il limite di lunghezza di 4,50 metri della categoria C in modo da includere tutte le autovetture in commercio, e destinare alla categoria D i camion e i pullman che misurano ben più di una station wagon».

«Si tratta di un abuso creato da una burocrazia poco aggiornata – commenta il presidente di Adico, Carlo Garofolini – basta un po’ di buonsenso per capire che non è certo giusto che un’auto paghi quanto un camion con rimorchio, soprattutto oggi che ogni euro che resta in tasca al consumatore è prezioso. Condividiamo quindi pienamente la battaglia del signor Gavagnin e invitiamo tutti gli utenti Actv che hanno lo stesso problema a scrivere e lamentarsi con Actv, in modo che le tariffe degli abbonamenti del ferry vengano riviste».

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