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Cronaca

Mafia nigeriana: sei condanne e diciotto rinvii a giudizio

Prime sentenze per il processo ai Vikings, gruppo di narcotrafficanti che aveva fulcro a Ferrara e diramazioni a Padova e Mestre

Con l'udienza del 10 giugno il tribunale di Bologna ha emesso le prime sei sentenze di condanna nei confronti degli appartenenti al clan nigeriano dei Vikings-Arobaga, accusati di associazione mafiosa in un traffico internazionale di droga con fulcro a Ferrara e diramazioni anche a Padova e Mestre. Un settimo imputato è assolto per non aver commesso il fatto. Si chiude così la tranche del processo di primo grado, che si è svolta con rito abbreviato nell'aula bunker del carcere bolognese della Dozza. Altri 18 imputati che hanno scelto di procedere con il rito ordinario sono stati rinviati a giudizio (per loro il processo inizierà a Ferrara il 22 settembre) mentre per altri quattro sono stati trasmessi gli atti a Torino per competenza territoriale.

Il giudice bolognese Francesca Zavaglia ha quindi accolto in buona parte le richieste del pm della Direzione distrettuale antimafia Roberto Ceroni, riconoscendo l'esistenza di un'associazione criminale di stampo mafioso, organizzazione che importava droga (soprattutto eroina e cocaina, ma anche marijuana) dall'estero per poi spacciarla in varie province del Nord Italia: soprattutto Ferrara ma anche Parma, Padova, Vicenza, Venezia, Parma e Torino.

Nel dettaglio, a parte l'imputato che è stato assolto dall'accusa di associazione mafiosa, gli altri sei sono stati condannati, rispettivamente, a 5 anni e 4 mesi, 5 anni e 8 mesi, 6 anni, 7 anni, un mese e 10 giorni, 8 anni e 2 mesi e 8 anni e 4 mesi. Quasi tutti sono stati riconosciuti colpevoli di associazione mafiosa finalizzata alla commissione di reati in materia di stupefacenti. Solo nei confronti di due corrieri, vale a dire i due imputati che hanno ricevuto le pene più basse, è stata esclusa l'aggravante mafiosa. Tutti i condannati dovranno essere espulsi dall'Italia una volta scontata la pena.

L'indagine era nata a fine luglio 2018, a Ferrara, da un tentato omicidio di un giovane appartenente a un gruppo rivale, gli Eiye, aggredito con un machete da cinque connazionali. Nel 2020 l’inchiesta è entrata nel vivo con una serie di misure di custodie cautelari. Per il Veneto una delle figure di riferimento era Okoduwa Godspower, detto Dozen, il quale secondo le indagini era «quotidianamente dedito al narcotraffico nella zona di Mestre, Venezia e Padova». È anche il protagonista di molti episodi specifici di spaccio di eroina e cocaina che sono stati documentati a Musile di Piave, tra il 2018 e il 2019.

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