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Cronaca

Carcere, aree verdi destinate all'agricoltura: un progetto che coinvolgerà i detenuti

L'accordo è stato firmato da presidente regionale di Confagricoltura Veneto e da provveditore dell'amministrazione penitenziaria del Triveneto. Abbraccerà tutti i carceri veneti

Destinare le aree verdi dei penitenziari del Veneto ad attività agricole, trasformare e commercializzare i prodotti, formare i detenuti per inserirli nelle aziende regionali. Sono questi i punti principali del protocollo d’intesa firmato ieri a Mestre nella sede di Confagricoltura Veneto tra Lorenzo Nicoli, presidente regionale dell’associazione agricola e Enrico Sbriglia, provveditore dell’amministrazione penitenziaria del Triveneto.

L’accordo, di durata biennale, è finalizzato al reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale interna ed esterna. Obiettivo quello di coinvolgerli in attività imprenditoriali legate all’agricoltura, che passeranno, soprattutto, attraverso corsi di formazione. Il progetto coinvolgerà gli istituti penitenziari veneti, tra cui anche quelli di Venezia, con un’azione ad ampio raggio che prevede di realizzare o potenziare nelle aree verdi filiere produttive con caratteristiche ecocompatibili, sviluppando qualsiasi settore produttivo e agro industriale per la trasformazione. Lo scopo è quello di valorizzare e commercializzare i prodotti derivati dall’attività lavorativa dei detenuti, accedendo anche ai fondi dell’Unione Europea relativi alle politiche di sviluppo rurale per professionalizzare le persone detenute nel campo agricolo.

"Tutto parte da un protocollo d’intesa siglato l’anno scorso a livello nazionale tra Confagricoltura e il Ministero della Giustizia - spiega Lorenzo Nicoli, presidente di Confagricoltura Veneto -, finalizzato a sviluppare a livello territoriale percorsi collaborativi che coinvolgono il mondo agricolo. A livello veneto abbiamo siglato l’accordo in tempi veloci grazie all’entusiasmo e alla disponibilità del provveditore Enrico Sbriglia, con il quale metteremo in piedi un piano strategico per la gestione agricola e la manutenzione delle aree verdi dei penitenziari e la formazione. L’ipotesi - continua - è di avviare piccole attività a carattere imprenditoriale come l’apicoltura, la coltivazione di erbe officinali, piccoli frutteti o serre. Ci sono già esperienze singole che andremo a visitare, come la coltivazione delle erbe aromatiche nel carcere della Giudecca".

Il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria favorirà, d’intesa con le direzioni penitenziarie coinvolte, la messa a disposizione di quanto occorra per la realizzazione delle iniziative concordate, anche attraverso la stipula ad hoc di comodati d’uso gratuito e di aree disponibili e di locali. "Ringrazio il presidente di Confagricoltura Veneto, Lorenzo Nicoli, per la sensibilità mostrata - dice il Provveditore Enrico Sbriglia -, la quale ripete quella di un territorio vasto ed importante, caratterizzato da una comunità vasta di associati abituati al lavoro vero, quello che si vede e che si esprime anche attraverso la bellezza delle sue campagne. La soddisfazione che deriva, allorquando si produce dalla terra un qualcosa che è l’insieme di energie, di passione, di vita, di sole e di acqua, ha un valore educativo e riabilitativo di per sé. Esso ripete un principio universale di speranza tipico del lavoro agricolo, fatto di sacrifici ma anche di antiche culture che si innestano in nuove tecnologie, rispettose dell’ambiente".
 

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