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Cronaca

Venezia e il Veneto attraggono le imprese. Confartigianato: "E' la burocrazia che uccide"

Lo studio dell'associazione sul gradimento delle imprese, per località e regioni, in base a indicatori territoriali quali infrastrutture, servizi e tasse: "Male il sistema Paese"

La ricerca di Confartigianato parla chiaro: il Veneto piace alle imprese che avviano nuove attività, come sono gradite, in generale, tutte le province, ritenute dinamiche e competitive in termini di infrastrutture e servizi offerti. Per le aziende il Veneto è un'area ideale per gli investimenti, spiega l'associazione, perché i costi sono minori rispetto ad altre zone, mentre la qualità è più alta.

"E' il Paese che non è in linea con le imprese - scrive Confartigianato Veneto - emblematico il caso del documento unico di circolazione slittato al 2018, per garantire 100 milioni di entrate. Che una semplificazione non si attui solo per non rinunciare ai soldi, incassati con i bolli, è situazione aberrante”.

Un quadro che guasta lo spaccato lusinghiero sull’efficienza dei comuni capoluogo della nostra regione, che emerge dalla ricerca svolta dall’ufficio studi di Confartigianato, elaborando i dati Open Civitas, 2013-2017.

“L’attrattività dei comuni per le imprese passa ovviamente per il costo dei servizi offerti –afferma Agostino Bonomo, presidente Confartigianato Imprese Veneto -, anche se la pressione fiscale locale non è certo l’unico elemento che un imprenditore valuta. Tante le variabili: legislative, di mobilità, di servizi immateriali e digitali oltre alle aree dedicate agli insediamenti produttivi che influenzano positivamente (se ci sono) o negativamente la scelta di dove insediarsi. Tutti importanti, tutti da monitorare utilizzando rilevazioni autorevoli, come quelle di Open Civitas, che analizzano i fabbisogni standard, la spesa effettiva storica ed il livello dei servizi offerti dai comuni, la viabilità, il trasporto pubblico locale, il verde pubblico, la gestione dei rifiuti, i servizi sociali, gli asili nido, la polizia locale, l'istruzione pubblica, ecc."

I nodi verrebbero al pettine, secondo Bonomo, passando dal locale al nazionale. "Il Paese Italia non è ancora in linea sotto questo aspetto. Infrastrutture, rispetto delle norme, autorevolezza internazionale e fisco alcuni dei macigni che zavorrano le nostre imprese per non parlare della inutile burocrazia giustificata e mantenuta per garantire le entrate fiscali. Da un lato il Consiglio dei ministri dà il via alla pur parziale semplificazione, e dall’altro il ministero dell’Economia si mette di traverso imponendo un rinvio a metà 2018 perché il taglio delle marche da bollo provocherebbe un minor gettito per le casse dello stato di 100 milioni di euro l’anno. L’Italia - conclude Bonomo- è destinata a fallire e con lei le sue imprese, se la burocrazia continuerà ad essere giustificata dalle entrate e, le entrate garantite dalla burocrazia. Un abbraccio mortale per tutti noi".

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