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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Un anno per sistemare la conca di navigazione. Per il porto servono «soluzioni ora»

La videoconferenza del Comune al tavolo con gli attori istituzionali, i rappresentanti di categoria, i sindacati e la comunità portuale che aveva manifestato il 7 ottobre per il lavoro

Di un tavolo si era parlato, con tutti gli attori della comunità portuale, durante la manifestazione del 7 ottobre scorso alla stazione di Venezia, quando il sindaco Brugnaro, l'assessore Venturini e il vicesindaco Tomaello appena eletti, erano arrivati sul piazzale accolti dagli applausi per annunciarlo. «Abbiamo pensato di organizzare una riunione in Comune con i sindacati, le imprese e tutto il mondo del lavoro veneziano. Condividiamo le vostre preoccupazioni. Da parte del governo percepiamo solo chiusure», aveva detto il primo cittadino. Il tavolo si è riunito, con gli attori di allora, le rappresentanze sindacali, di categoria, le istituzioni, in una videoconferenza iniziata martedì mattina verso le 9 e mezza, e durata un paio d'ore.

Alla riunione anche le rappresentanti del governo, il provveditore ai lavori pubblici Cinzia Zincone e il commissario straordinario per il Mose, Elisabetta Spitz. In prima linea e unite durante le alzate delle barriere dell'infrastruttura, a inizio ottobre, e per due giorni consecutivi il 15 e 16 dello stesso mese. «Il Mose ha fatto il suo lavoro. Ha funzionato al di sopra delle aspettative. Anche San Marco asciutta». Ma i problemi del porto sono rimasti aperti, a differenza delle dighe, che ne hanno interdetto la funzionalità per 8 ore, nei tre giorni. Il provveditore Zincone avrebbe garantito l'impegno a sistemare la conca di navigazione entro un anno. «Oltre ad essere corta e a non permettere il transito delle grandi portacontainer e delle navi da crociera, ha una porta rotta e non può garantire neanche il passaggio delle navi più piccole - è intervenuto l'ex presidente del porto, Paolo Costa - Nel 2008, per ovviare al problema, si parlò di porto d'altura. Un progetto che ha ottenuto la valutazione d'impatto ambientale e l'ok del provveditorato, ma che è chiuso nei cassetti dell'Autorità portuale. Inoltre, avevamo acquistato 100 ettari di terreno all'ex Montesyndial, per realizzare una banchina per le navi più piccole che in questi giorni ha avuto l'approvazione del Cipe: quello era un pezzo dell'offshore. Ora che è stata istituita l'Autorità della laguna - aggiunge Costa - le istituzioni locali che sono protagoniste, anche per via dei nuovi equilibri del Comitatone, devono portare all'attenzione del governo l'istanza del porto esterno».

Soluzione che richiede tempo. Lo ha sottolineato l'assessore Venturini. «Se Roma nel piano dei porti decide che la strada è quella dell'offshore, questa è a lungo termine, ma noi abbiamo bisogno di soluzioni subito. Dobbiamo capire secondo quali logiche chiude e apre il Mose e se, per le navi passeggeri come da Comitatone 2017, la destinazione resta la Marittima per le più piccole e il canale Nord per le grandi. Il governo intervenga perché gli attori hanno ancora poca autonomia: terminalisti, portabagagli, ormeggiatori, agenti marittimi, lavoratori: tutti in soffernza. La competitività dell'intero nord est è da tutelare». Marino De Terlizzi della Fit Cisl Veneto avverte, «si rischia la bomba sociale se finisce la cassa integrazione e si esauriscono le ferie nei prossimi mesi. Gli armatori, in condizioni di incertezza, potrebbero cambiare rotta. Bisogna lanciare un messaggio: il porto è operativo, mentre si studia una decisione per le navi container di grandi volumi, come l'offshore, e si crea l'infrastrutturazione necessaria per collegarlo con l'entroterra, che può essere un asse viario, piuttosto che marittimo, impiegando i soldi del Recovery fund». 

«Escavi, concessioni, Mose e conca di navigazione: spero ai primi di novembre ci sia il nome del nuovo presidente dell'Autorità portuale, soprattutto per il rinnovo delle concessioni ai terminalisti che sarebbero stimolati a investire», dice il coordinatore regionale Uiltrasporti Andrea D'Addio. Vecon e Tiv scadono nel 2022; Multiservice e Trv nel 2024. Al tavolo le associazioni datoriali, Confindustria, Confcommercio, Confartigianato. «Per una città così complessa bisogna metter assieme le forze - per il presidente Confcommercio Unione metropolitana Massimo Zanon - Stiamo assistendo al Mose che funziona: tutto è nato e deve essere messo a fuoco. Le soluzioni ci sono, basta toglierle dai cassetti. E il turismo era ed è una risorsa».

Per il parlamentare del Partito Democratico Nicola Pellicani, che non era alla conferenza ma è intervenuto a distanza, «l'Autorità per la laguna riporterà l'ordine. Ci sono già a bilancio 40 milioni all'anno per la gestione del Mose fino al 2034, con il decreto agosto, ora serve finanziare costantemente la salvaguardia. Dico al sindaco discutiamo del progetto da presentare al governo per quei 3 miliardi e 900 milioni del Recovery». Anche la Regione «ha dato la sua disponibilità. Ho parlato con la vicepresidente Elisa De Berti - ha detto il vicesindaco Andrea Tomaello - E ho chiesto che questo tavolo diventi una struttura permanente, da convocare periodicamente».

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