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Cronaca

In Regione ci saranno 1016 terapie intensive. Zaia contro gli orari sfalsati nelle scuole: «Non funzionano»

Il governatore nel corso del punto stampa di oggi ha fatto il punto sulla situazione degli ospedali e commentato le nuove misure previste dal Dpcm firmato ieri dal premier Conte

Veneto, Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta, ad oggi, sono le uniche regioni italiane ad avere un rapporto di letti in terapia intensiva per abitante maggiore della soglia di sicurezza. Lo stesso presidente veneto Luca Zaia, nel corso del punto stampa di oggi dalla sede della protezione civile di Marghera, ha sottolineato come il nuovo piano di salute pubblica regionale, in fase di ultimazione, permetterà di avere in tutto il territorio regionale 1016 terapie intensive (a fronte delle 8732 previste a pieno regime in tutta Italia).

Quello dei ricoveri ospedalieri, in una fase in cui il virus ha ripreso a circolare velocemente nel nostro territorio, è un tema centrale. Già nei giorni scorsi Zaia aveva ribadito come non ci fosse alcuna emergenza sanitaria sul fronte degli ospedali, per quanto la pressione fosse evidente. Sono in particolar modo i reparti di terapia semi-intensiva, malattie infettive e medicina ad essere sempre più occupati da persone positive al covid19. Secondo l'ultimo bollettino di Azienda Zero (riferito alle 8 di oggi, 19 ottobre) i contagiati ricoverati - si intendono anche i positivizzati mentre si trovavano già in reparto - sono 440, dei quali 396 non gravi.

Coronavirus: bollettino di oggi di Veneto e provincia di Venezia

Non bisogna essere allarmisti, questo è vero, in un periodo in cui molte persone si lamentano del "terrorismo" che gli organi di informazione starebbero facendo sulla popolazione, ma allo stesso tempo è indispensabile essere obiettivi. E su questo aspetto è tornato il presidente veneto in conferenza stampa: «Se prima il semaforo era verde, ora tende verso l'arancione. - ha detto Zaia - A Padova le terapie intensive si stanno riempiendo. Per gestire la situazione al meglio stiamo smistando i pazienti nei vari ospedali. La sfida è quella di mantenere liberi i posti di terapia intensiva per tutti i pazienti non-covid», la consapevolezza è che molto dipenderà anche dai corretti comportamenti dei cittadini (distanziamento, mascherine) per evitare che la situazioni peggiori. «Non sappiamo infatti - ha sottolineato il governatore - cosa ci riserverà il destino nelle prossime ore, giorni o settimane». La situazione per ora è sotto controllo, quindi; non ci sono emergenze, ma di certo abbiamo assistito negli ultimi giorni ad una maggior pressione negli ospedali e, seppur marginalmente, anche nelle terapie intensive.

Cosa c'è di positivo

A fronte di una situazione in peggioramento, ma comunque non grave, sembrano esserci anche delle buone notizie. Il numero dei positivi al coronavirus in Veneto è maggiore rispetto a marzo/aprile, nel picco dell'epidemia, ma a fronte di un numero ben maggiore di tamponi effettuati ogni giorno. Dei quasi 10mila positivi in Veneto di oggi (9845 secondo l'ultimo bollettino di Azienda Zero), il 98% è asintomatico; il contact tracing ha portato ad un netto incremento nelle ultime settimane anche delle persone in isolamento fiduciario: nella nostra Regione sono circa 13mila oggi, il 75% dei quali positivo; di questi, tuttavia, solo l'1,71% presenta sintomi, un dato in diminuzione rispetto al trend degli scorsi giorni. Zaia ha annunciato che è allo studio la possibilità di istituire dei punti di accesso in cui effettuare tamponi rapidi ogni giorno, 24 ore su 24.

Bene le chiusure dei locali, male gli orari sfalsati nelle scuole

Nel corso del punto stampa il presidente è intervenuto anche in merito al nuovo Dpcm firmato ieri dal premier Conte. Se sul fronte della ristorazione e dei locali in genere si è dimostrato d'accordo, - «i locali con posti a sedere potranno rimanere aperti dalle 5 a mezzanotte», ha ricordato - il problema principale per le realtà venete riguarda le scuole. In particolare quello degli orari sfalsati rischia di diventare un vero e proprio K2 da scalare. «Il Dpcm prevede orari sfalsati - ha commentato - ma il Veneto non è una realtà metropolitana, molti comuni hanno meno di 4mila abitanti, e non ragioniamo in termini di metro o autobus, bensì di corriere». Molte sono le corse esclusivamente scolastiche fornite nelle primissime ore della mattina; per molti studenti che per recarsi a scuola devono cambiare anche due mezzi pubblici, potrebbe essere impossibile andare a lezione alle 9 o alle 10. «La situazione è complessa - ha chiosato Zaia - ora studieremo delle contromisure per venire incontro agli studenti e alle famiglie».

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