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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca San Marco / Ca' Farsetti, 4136

Consiglio comunale da remoto: «Non può essere la regola». Lettera e appello al prefetto

Dopo due anni di lavori in via telematica per la pandemia la maggioranza propone modifiche al regolamento per mantenere, accanto a quella dal vivo, la modalità on line. La minoranza si oppone: «Sia l'eccezione». Raccolta firme di Terra&Acqua

«Il Consiglio comunale non è un videogioco». Le proposte della maggioranza in commissione consiliare per modificare il regolamanto delle sedute del parlamentino locale, affiancando ufficialmente la modalità da remoto a quella in presenza, fanno infuriare l'opposizione. «Il Consiglio on line deve rimanere un'eccezione», affermano i gruppi di minoranza annunciando battaglia anche attraverso una petizione. L'idea della raccolta firme da presentare al prefetto Vittorio Zappalorto, è del gruppo Terra&Acqua. Le sottoscrizioni sono già centinaia e verranno consegnate all'organo che sul territorio è espressione del ministero dell'Interno.

Dopo oltre due anni di convocazioni in via telematica, che sono continuate quando anche altri organi istituzionali avevano cominciato da tempo a riunirsi in presenza, caduto l'obbligo del distanziamento e della mascherina obbligatoria al chiuso, perfino a bordo di treni e aerei, l'opposizione chiede che i lavori, salvo eccezioni (malattia o motivazioni famigliari) tornino al svolgersi dal vivo Ca' Loredan-Ca' Farsetti. Poiché c'è anche, spiegano, la questione della partecipazione pubblica alle sedute, che altrimenti continuerebbe a rimanere preclusa ingiustamente, essendo ormai finito da mesi lo stato di emergenza. La lettera dei consiglieri comunali è già partita, mentre le firme dei cittadini vengono apposte su una versione più lunga, la seguente:

«Ci rivolgiamo a Lei con riferimento alla questione del ritorno in presenza del Consiglio comunale di Venezia, che nel mese di giugno era stato oggetto di una sua missiva alla presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano - si legge nel testo di Terra&Acqua rivolto al prefetto Zappalorto -. (..) Allo stato attuale siamo un caso forse unico in Italia con un Consiglio comunale ai cui componenti è tuttora precluso il ritorno in presenza mentre a poca distanza e nella stessa città il Consiglio regionale è ritornato alle modalità ordinarie di convocazione, fatti salvi i casi di partecipazione a distanza per motivi sanitari che sono l’eccezione e non la regola, in tutte le altre assemblee elettive. Come cittadini siamo inoltre privati della possibilità, tradizionalmente riconosciuta e particolarmente radicata a Venezia di assistere “de visu” alle sedute del Consiglio a Ca’ Loredan, negli spazi appositamente destinati al pubblico. Essendo venuta meno la base giuridica che poteva giustificare le restrizioni in essere, con la fine dello stato di emergenza nazionale legato alla diffusione dell’epidemia, ed essendo anche stata soppressa la modalità di lavoro agile per i dipendenti comunali, ci interroghiamo sulla palese disparità di trattamento e sulla legittimità stessa di misure che vedono nei consiglieri comunali di Venezia gli unici ai quali è fatto divieto di riunirsi in presenza nei luoghi deputati all’esercizio della democrazia rappresentativa, che non può ridursi ad un videogame. La interpelliamo quindi come custode della legalità e massimo rappresentante dello Stato per i rapporti con il sistema delle autonomie locali, auspicando un suo autorevole intervento che ci permetta di ritornare quanto prima a condizioni di normalità democratica».

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