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Cronaca San Donà di Piave

Ulss 4: «Ricoveri ospedalieri preoccupanti». Nuovo focolaio in casa di riposo

Dopo quello nella casa di riposo di Caorle ora anche al Monumento ai Caduti in Guerra di San Donà 25 ospiti e 8 operatori positivi al tampone

«Ci preoccupa il numero dei ricoveri ospedalieri che sta aumentando senza segni di flessione. Con questo trend, se la popolazione non presterà maggiore attenzione alle misure anticovid, l'ospedale di Jesolo arriverà alla saturazione. Dovremo ricoverare anche a San Donà di Piave e di Portogruaro con la conseguenza che dovremo chiudere dei reparti per dedicarli alle malattie infettive». L'appello arriva chiaro anche dal diettore Ulss 4 Carlo Bramezza, mentre si registra un nuovo focolaio, dopo quello avvenuto nella casa di riposo di Caorle, al Monumento ai Caduti in Guerra che ha sede a San Donà di Piave, in via San Francesco.

Ricoveri

Il numero complessivo dei ricoveri è passato dai 25 del primo novembre, ai 45 del 15 novembre, ai 124 di oggi, martedì primo dicembre, con un aumento costante (Covid-hospital, casa di cura Rizzola e casa di riposo Stella Marina). Dei 124 attuali 15 sono in terapia intensiva, 2 in semi-intensiva e 62 nel reparto malattie infettive al Covid-hospital di Jesolo; altri 30 pazienti sono ricoverati alla Rizzola e 15 al centro servizi residenziali Stella Marina. «Sono numeri che fanno riflettere sulla scarsa percezione generale del pericolo e delle conseguenze di questa malattia - ha continuato Bramezza - continuo a vedere assembramenti nei bar, nelle osterie, nei centri commerciali, lancio un appello alla responsabilità sia per se stessi che per la propria famiglia. Invito anche i sindaci e le forze dell'ordine ad aumentare i controlli contro gli assembramenti che con l'avvicinarsi delle festività potrebbero accentuarsi e portare nuovi contagi».

Contagi

Il responsabile del servizio Igiene e Sanità Pubblica, dottor Lorenzo Bulegato, ha tracciato l'andamento dei positivi al virus nelle ultime tre settimane: 889 dal 9 al 15 novembre, 791 dal 16 al 22 novembre e 729 dal 23 al 29 novembre. Negli ultimi tre giorni il numero è stato altalenante con 126 nuovi positivi registrati domenica, 70 lunedì e 134 oggi. «Siamo preoccupati per il periodo natalizio - ha ribadito Bulegato - perché le persone girano e poi si chiudono in casa festeggiando con i familiari, se qualcuno è positivo contagia l'intera famiglia».

«Se a inizio anno si registravano la crescita rapida dei positivi e la diminuzione altrettanto repentina, ora osserviamo una modesta crescita dei contagi e l'assenza di una decrescita - commenta il direttore sanitario dell’Ulss 4, Maria Grazia Carraro - In questa fase della pandemia ci sono moltissime persone asintomatiche, pensano di essere in salute e non rispettando le misure di prevenzione contribuiscono a far circolare il virus». Ad oggi i casi positivi nell’Ulss4 sono complessivamente 1276 così distribuiti: Annone Veneto 31; Caorle 76; Cavallino Treporti 63; Ceggia 53; Cinto Caomaggiore 11; Concordia Sagittaria 46; Eraclea 97; Fossalta di Piave 31; Fossalta di Portogruaro 30; Gruaro 20; Jesolo 120; Meolo 29; Musile di Piave 40; Noventa di Piave 60; Portogruaro 135; Pramaggiore 19; San Donà di Piave 227; San Michele al Tagliamento 75; San Stino di Livenza 73; Teglio Veneto 13; Torre di Mosto 27. La percentuale dei tamponi positivi sul totale è attualmente circa il 9%.

Case di riposo, il monito al personale

Nella casa di riposo al Monumento ai Caduti in Guerra di San Donà sono 25 gli ospiti e 8 gli operatori risultati positivi al tampone martedì mattina, oltre a questi ci sono 37 ospiti e 9 operatori positivi nella casa di riposo Don Moschetta a Caorle. «Sono contagi arrivati dall’esterno delle strutture – ha precisato il direttore dei servizi socio sanitari dell'Ulss 4, Mauro Filippi – dal personale che vi lavora, perché gli ospiti non escono e i familiari sono super controllati ai varchi di accesso alle strutture. Su questo fronte abbiamo intensificato i tamponi, vengono fatti ogni 4 giorni al personale che invitiamo a evitare di frequentare luoghi a rischio contagio».

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