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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il governo chiude tutte le attività produttive non indispensabili

I supermercati restano aperti, anche la domenica. Lo ha comunicato il premier Giuseppe Conte sabato sera: sono i nuovi provvedimenti per arginare la diffusione del coronavirus

«Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo: di chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali». Così il presidente Giuseppe Conte, nella serata di sabato 21 marzo, ha annunciato le nuove restrizioni decise dal governo per arginare la diffusione del coronavirus, che negli ultimi giorni non si è arrestata. «Abbiamo lavorato con i sindacati e le associazioni di categoria - ha detto - per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere produttive delle attività e dei servizi di pubblica utilità, quelli che sono più necessari per il funzionamento dello Stato in questa fase di emergenza».

Aperti supermercati, alimentari e farmacie

«Continueranno a rimanere aperti tutti i supermercati e tutti i negozi di generi alimentari e prima necessità - ha specificato -. Non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati, invito tutti a mantenere la calma non c'è ragione di fare una corsa agli acquisti, di creare code che non si giustificano. Resteranno aperte anche farmacie e parafarmacie, servizi bancari, postali, assicurativi finanziari. Assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali (ad esempio i trasporti), le attività connesse, accessorie e funzionali a quelle essenziali. Al di fuori di queste consentiremo solo lo svolgimento del lavoro in modalità smart working e le attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo del paese, ma non lo fermiamo. È una decisione non facile, ma che ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio. Si rende necessaria oggi, in particolare, per contenere quanto più possibile la diffusione dell'epidemia».

«È la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal dopoguerra - ha detto ancora Conte -. Le misure fin qui adottate richiedono tempo per mostrare i loro effetti, dobbiamo continuare a rispettare tutte le regole. Restare a cassa e rinunciare a radicate abitudini non è facile, ma non abbiamo alternative. Dobbiamo resistere, solo così potremo tutelarci».

La necessità

«Fermare le fabbriche e tutte le attività produttive non essenziali è una scelta difficile, dolorosa, ma coraggiosa e necessaria - il commento del sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta all’annuncio del premier Conte di chiudere, fino al 3 aprile, le attività economiche e produttive non essenziali - . Siamo coscienti delle conseguenti complicazioni economiche e della necessità di sostenere imprese e lavoratori e lo faremo. Al tempo stesso non bisogna far venire meno al Paese pezzi importanti di produzione e servizi, tanto più in un momento così delicato. Solo una strada condivisa tra tutti ci aiuterà. Per questo è fondamentale che governo e opposizione continuino a fare la loro parte, che le parti sociali continuino a essere costantemente coinvolte».

Gli artigiani veneti

«La pubblicazione in tarda serata aumenta la complessità del momento e rischia di accrescere l’insicurezza e il senso di smarrimento di quanti nella difficoltà continuano ad operare garantendo servizi fondamentali - è il commento di Agostino Bonomo, presidente Confartigianato imprese Veneto -.  Ci stiamo abituando all’adozione di provvedimenti annunciati in giornate come quelle prefestive o festive che complica la messa a terra dei provvedimenti. In questo momento siamo tutti chiamati a giocare nella stessa squadra, ciascuno con il suo ruolo: il nostro a tutela del lavoro delle oltre 125 mila imprese artigiane. Chi deve gestire il personale, i fornitori o la produzione ha la necessità di disporre di informazioni chiare. Queste ulteriori limitazioni - conclude - devono prevedere degli stanziamenti dedicati a integrazione degli esistenti per sostenere le imprese».

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