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Cronaca

Sicurezza portuale: il progetto per sistemi informatici di controllo transfrontalieri

Venezia, Trieste e Capodistria avviano piani comuni per monitorare l’accesso di persone non autorizzate e accelerare la movimentazione delle merci tra territori

Aumentare la sicurezza per incrementare la competitività dei sistemi portuali, facendo viaggiare più velocemente le merci, controllando efficacemente le entrate e le uscite. Per rafforzare security e cyber security, Venezia, Trieste e Capodistria hanno avviato, attraverso un seminario che si è svolto martedì al Porto di Venezia, un dialogo per condividere un piano transfrontaliero di sistemi informatici e condividere competenze tecniche innovative.

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Ai tre porti partner del progetto spetta il compito di avviare azioni congiunte per potenziare la difesa delle reti informatiche (cyber security) e la difesa delle aree portuali dall’accesso di persone e mezzi non autorizzati, tramite l’implementazione di concrete azioni pilota. Venezia, con l’organizzazione del seminario sulla security fisica e cibernetica (strutturato con la partecipazione di relatori tra i massimi esperti internazionali in materia) anticipa di fatto un’esigenza dei responsabili della sicurezza dei porti nord adriatici: le misure aggiuntive e non coordinate di security si traducono spesso infatti in una più lenta movimentazione della merce, e quindi in una minore competitività dei porti, a discapito dello sviluppo economico dei territori.

Buone pratiche

Ad aprire i lavori il segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Martino Conticelli, il quale, ripercorrendo lo sviluppo delle misure di sicurezza che ha visto il passaggio da sistemi di presidio e controllo fisico del territorio, a tecnologie sempre più avanzate, ha sottolineato quanto il tema della cyber security rappresenti un aspetto cruciale in un campo a cui Venezia dedica attenzione da tempo. Tanto che la Commissione Europea ha assunto l’impegno di proporre a Bruxelles alcune procedure già in uso nei terminal del porto di Venezia. Settanta i funzionari per la sicurezza portuale provenienti dagli scali del nord Adriatico, tra i quali anche il referente dello scalo di Chioggia. 

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