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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Chioggia

Ora si scopre se il cuore non è in forma anche solo pungendo il dito

Tecnica particolare messa a punto dalla Cardiologia dell'Ulss14 di Chioggia. Permette subito al medico generale di capire se ci sono problemi

Lo scompenso cardiaco si diagnostica pungendo un dito. A dare un contributo scientifico molto importante in questo senso è la Cardiologia dell’Ulss 14 che, di recente, ha presentato in un convegno a Chioggia il risultato straordinario di una ricerca transfrontaliera europea dal titolo “Love your Hearth”, un progetto cui hanno partecipato tre nazioni: Italia, Croazia ed Albania. 

“Si tratta di un progetto che fornisce un nuovo approccio per la diagnosi dello scompenso cardiaco al suo primo manifestarsi”, ha dichiarato il primario di Cardiologia Roberto Valle (coordinatore del gruppo di lavoro della ricerca). “La diagnosi di scompenso cardiaco – ha spiegato – è difficile per il medico di famiglia senza metodiche strumentali (esami di laboratorio, ECG, ecc) che si utilizzano in ospedale. La nostra ricerca fornisce una diagnosi efficace con un mezzo diagnostico che potrebbe essere a portata di mano in un qualsiasi ambulatorio di medicina generale. Uno strumento di piccole dimensioni, che potrebbe ricordare quello utilizzato dai diabetici per misurare la glicemia. In sostanza, con l’ausilio di questa tecnica innovativa, che permette di dosare il BNP (ormone che rilascia il cuore quando non sta bene) semplicemente pungendo un dito, il medico di famiglia potrebbe valutare lo stato di salute del cuore del proprio paziente con grande sicurezza: in 15 minuti è disponibile il risultato dell'esame, che se normale, consente pressoché di escludere uno scompenso cardiaco e il rientro a casa del paziente. Al contrario, permette di inviarlo immediatamente dal cardiologo per ulteriori accertamenti”. 

“E' stata per noi una grande soddisfazione – ha ricordato il direttore generale dell’Ulss 14, Giuseppe Dal Ben - che la Cardiologia di Chioggia abbia trasmesso agli amici d'oltre Adriatico, un modello gestionale, che aiuti i colleghi di medicina generale in una diagnosi molto difficile. Questa iniziativa si inscrive nel florilegio di attività che la nostra azienda ha messo in atto per mettere realmente in congiunzione gli specialisti ospedalieri con quelli di medicina di medicina generale nell'interesse del paziente”.

Lo Studio: nel corso dei tre anni del progetto, 100 pazienti, sulle due sponde dell'Adriatico, hanno fruito della nuova tecnica diagnostica, presso lo studio dei loro medici di medicina generale, senza doversi recare in ospedale, spesso lontani, senza attendere in lista d'attesa per una visita o un ecocardiogramma e senza gravare inutilmente queste ultime, con esami evitabili. Il gruppo di lavoro, coordinato dal dottor Valle e composto da sei gruppi di medici di medicina generale della provincia di Venezia e Rovigo (Cavarzere, Campagna Lupia, Oriago, Noventa di Piave, Eraclea e Lendinara) e tre Case della Salute istriane hanno partecipato alla ricerca. 
 

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