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Cronaca

"Femminicidi in calo, ma il numero di violenze sulle donne è ancora inaccettabile"

Nel pomeriggio di San Valentino a Ca' Foscari la polizia di Stato organizza un convegno ad hoc con esponenti delle forze dell'ordine, del mondo giudiziario e dell'universo accademico

"Se ti ricatta, non è amore. Se minaccia te o i tuoi figli, non è amore. Se ti isola, umilia, offende, non è amore. Se ti perseguita con mail e sms ossessivi, non è amore. Se ti prende con violenza quando non vuoi, non è amore. Se ti chiede 'l’ultimo appuntamento', non è amore. Se ti uccide, non è amore". Queste le parole che introducono l'iniziativa "Questo non è amore", in occasione della giornata di San Valentino. Si tratta di un convegno che avrà luogo martedì alle 14.30 nell'aula magna Silvio Trentin dell'Università Ca' Foscari e che vedrà la partecipazione di "qualificati relatori istituzionali della polizia di Stato", recita una nota della questura di Venezia. Tra loro il prefetto Vittorio Rizzi, direttore dell'Ufficio centrale sulla Violenza sulle donne, già dirigente della squadra mobile di Venezia dal 1997 al 2004. Ci saranno anche esponenti della magistratura e dell'universo accademico impegnati sul tema. 

La campagna prevede anche in tutte le province italiane camper, pullman, gazebo e altri momenti d’incontro "volti a rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di violenza di genere, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta da donne e formata da personale di polizia specializzato, da medici, psicologi e da rappresentanti dei centri antiviolenza", sottolinea la questura. 

La flessione negli ultimi due anni dei delitti tipici (dai femminicidi, alle violenze sessuali, dai maltrattamenti in famiglia agli atti persecutori) non ferma l’impegno di prevenzione: non solo perché il numero assoluto delle vittime continua a essere inaccettabile, ma perché l’esperienza di polizia e delle associazioni da tanti anni impegnate su questi temi mostra l’esistenza di un “sommerso” che troppo spesso non si traduce in denuncia. Un quotidiano fatto di attenzioni morbose, di comportamenti aggressivi e intimidatori che vengono letti come espressione di un amore appassionato e di una gelosia innocua, anche da madri, sorelle e amiche, ma che è spesso il triste copione di un crescendo di violenza che si alimenta con l’isolamento. "Ogni tre giorni e mezzo avviene in media l’omicidio di una donna in ambito familiare o comunque affettivo, mentre ogni giorno, sempre ai danni di donne, si registrano 23 atti persecutori, 28 maltrattamenti, 16 episodi di percosse, 9 di violenze sessuali", dichiara la polizia di Stato. 

Questi più in dettaglio i dati di tutte le forze di polizia: gli omicidi di donne in ambito familiare sono stati 117 nel 2014, 111 nel 2015, 108 nel 2016; gli atti persecutori (circa il 76% in danno delle donne) 12.446 nel 2014, 11.758 nel 2015, 11.400 nel 2016; i maltrattamenti in famiglia (circa l’81% in danno delle donne) 13.261 nel 2014, 12.890 nel 2015, 12.829 nel 2016;  le percosse (circa il 46% in danno delle donne)  15.285 nel 2014, 15.249 nel 2015, 13.146 nel 2016; le violenze sessuali (oltre il 90% in danno delle donne) 4257 nel 2014, 4000 nel 2015, 3759 nel 2016.
 

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