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Cronaca

La logistica vuole garanzie. «Non è il momento di fare resi di vestiti e scarpe»

Filt Cgil: «Corrieri in prima linea mandano avanti il Paese. Ai cittadini chiediamo di ordinare merci davvero necessarie. Il Comune faccia rispettare l'ordinanza sulla circolazione acquea»

Gestione dei magazzini, carico e scarico merci, logistica. Quello che circola e viene acquistato in questi giorni nel Paese passa tutto attraverso i trasporti: in prima linea per recapitare beni di prima necessità. Il guaio è che, spiega il sindacato Filt Cgil veneziano, anche dopo l'ultimo decreto del governo che impone una stretta alle attività produttive non indispensabili, ci sono ancora driver che vanno a prendere resi di merce tipo scarpe o abiti. «Chiediamo ai cittadini - scrive la sigla sindacale - di ordinare sui portali web merci veramente necessarie, perchè a casa del privato non arrivano algoritmi impersonali, ma vite umane». 

I disagi dell'emergenza

Lavoratori e lavoratrici nei magazzini di logistica e spedizione, gli autisti, i consegnatari dell'ultimo miglio, i piloti delle imbarcazioni, i marinai, i drivers, i bikers, per consegnare le merci nelle aziende e a casa del privato affrontano vari disagi. «Si pensi al solo fatto che in questi giorni i lavoratori non sanno dove fermarsi a mangiare o andare in bagno. Committenza e società in appalto - scrive Marcello Salbitani - dovrebbero attuare ogni mezzo di prevenzione e non accettare quelle spedizioni che non sono direttamente collegate alla tabella merceologica dei codici Ateco delle produzioni consentite dall'ultimo decreto. In questo momento è più importante la salute dell'accumulo di facili profitti da parte di multinazionali che, a volte, ben poco lasciano al territorio avendo le sedi legali all'estero».

In laguna

Il trasporto in centro storico veneziano avviene in barca. E qui, spiega il sindacato, le cose si complicano. Per consegnare un frigo, ad esempio, un solo operatore non basta. Ma difficilmente due persone vengono destinate alla stessa consegna. Quindi il conducente del mezzo, per dare una mano al corriere, lega la barca ovunque capiti, la lascia incustodita, e si sposta per portare il collo a destinazione». In questa situazione vengono a mancare le disposizioni di sicurezza in emergenza coronavirus e anche il rispetto delle norme sulla circolazione in acque comunali. «Chiediamo al sindaco di vigilare - esorta Salbitani - affinché la barca non venga mai abbandonata per fare le consegne e il pilota sia sempre a bordo. Senza lasciare margini di guadagno alle mutinazionali che per risparmiare non vogliono riconoscere alle società di appalto un lavoratore in più, a scapito di tutti». Filt Cgil si dice pronta allo sciopero, «qualora si venisse a conoscenza di situazioni non rispettose delle norme».

Oltre ai diritti, il salario

Non tutti, e neppure forse la maggior parte, di coloro che stanno nel giro dei trasporti sono lavoratori con regolari contratti a tempo indeterminato. È un settore in cui si concentra molta manodopera straniera, disposta a stare sul mercato senza condizioni, senza orari, o regolarizzazioni. In una condizione come quella attuale chi è disposto ad andare avanti, anche in assenza di garanzie, è chi deve portare a casa un guadagno, perché in caso di fermata non può contare sugli ammortizzatori sociali. Perdere resi e consegne significa perdere giri e volume di lavoro e guadagno. La concorrenza che si crea è al ribasso: nei diritti, sulla sicurezza e nelle tutele. Tutto quello che "in tempo di pace" questa categoria da sempre rivendica, per il ruolo che svolge e garantisce a tutta la collettività.

 

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