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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Corruzione in Veritas, in arresto "mister 2%": a libro paga di due imprenditori per 5 anni

Operazione della guardia di finanza. Misure cautelari per Claudio Ghezzo, dirigente della società multiutility, e per due titolari d'azienda. Perquisizioni e sequestri per 302mila euro

Gli affari di "mister 2%" erano emersi circa un anno e mezzo fa, nel luglio 2015. Il nomignolo era stato affibbiato a Claudio Ghezzo, uno dei dirigenti Veritas, a capo del settore commmerciale, delle bonifiche, degli smaltimenti e delle discariche. E parte anche, secondo quanto appurato dagli uomini della guardia di finanza, di un giro di malaffare consolidato e di lunga data. Perché Ghezzo sarebbe stato sistematicamente tra il 2011 e il 2015 a libro paga di due imprenditori, Enzo Busato e Sabrina Tonin. Anche loro, al pari del dirigente della società partecipata, destinatari di misura cautelare eseguita martedì mattina dal personale del nucleo di polizia tributaria di Venezia.

In pratica l'indagato, che ha ricoperto anche la carica di vicepresidente e consigliere delegato di Ecoricicli Veritas srl ed Ecoprogetto Venezia srl, avrebbe affidato appalti diretti o tramite gare pilotate alle società gestite dai due, intascandosi bustarelle e in qualche caso parte degli utili. Si parla di 151mila euro, con cui l'arrestato avrebbe acquistato anche opere d'arte contemporanea, "lavando" il nero anche attraverso puntate al Casinò. Veniva chiamato "mister 2%" da due indagati intercettati nell'ambito di un'indagine precedente: cifre non da poco, visto che si parla di centinaia di migliaia di euro incassati dalle ditte coinvolte per smaltire i rifiuti solidi urbani gestiti da Veritas. Sono finiti in carcere Ghezzo (che era ancora al lavoro in Veritas, pur con altro incarico) e Tonin, mentre per Busato sono stati disposti gli arresti domiciliari. Altre otto persone risultano indagate ma non ancora destinatarie di misure cautelari, tra loro persone interne a Veritas e imprenditori. L'ipotesi d'accusa è anche di abuso d'ufficio. Le manette sono scattate per il pericolo di reiterazione del reato.

Sempre martedì mattina l'operazione ha portato al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di conti correnti per un valore equivalente al proifitto calcolato dell'attività criminale: oltre 302mila euro. Gli ultimi sviluppi rivelati dagli investigatori sono stati possibili grazie ad altre perquisizioni e accertamenti eseguiti nel luglio 2015. Computer e altri documenti, elementi da cui è emersa una vera e propria rete di corruzione e che hanno portato agli arresti di martedì.

I reati contestati vedono Ghezzo nel ruolo di responsabile pro-tempore della direzione commerciale di Veritas, nonché già vice presidente e consigliere delegato di Ecoricicli Veritas Srl e Ecoprogetto Venezia Srl; Tonin come responsabile commerciale della Plan-Eco srl (con sede a Cittadella), mentre Busato nel ruolo di rappresentante legale della F.lli Busato autotrasporti srl (con sede a Preganziol). Complessivamente sono indagate 11 persone (di cui 3 destinatarie di misura cautelare) per i reati di corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta e 3 persone giuridiche (imprese) per la responsabilità amministrativa che deriva dalla circostanza che vede i reati di corruzione a vantaggio delle stesse società. Si tratta di una nuova normativa che entra in gioco in casi di corruzione, come per esempio per lo scandalo Mose.

Le indagini sono state avviate nel settembre 2014. Secondo l’ipotesi investigativa, tra il 2009 ed il 2015, nell’area metropolitana di Venezia i servizi d’igiene pubblica/ambientale sono stati "abitualmente e consapevolmente gestiti in violazione alla normativa in materia di appalti pubblici per favorire le società Plan-Eco e F.lli Busato autotrasporti". A Busato erano affidati i servizi di svuotamento dei contenitori adibiti alla raccolta differenziata di vetro, plastica e lattine e di trasporto dei rifiuti contenuti: per giustificare tale affidamento diretto in sede di delibera del consiglio di amministrazione Veritas nel 2014, sarebbe stato indicato che la società avrebbe utilizzato per lo scarico dei contenitori apposito gancio omologato e brevettato. Le indagini hanno consentito di appurare che, in realtà, la società non era in possesso di alcun brevetto, in quanto era stato richiesto nel 2013 e concesso nel 2016, in epoca successiva alla gara, a un'altra società del gruppo. Inoltre, la F.lli Busato "non era legittimata ad assumere il servizio per carenza dei requisiti tecnici, essendo, all’atto dell’affidamento, iscritta all’albo dei gestori ambientali per poter svolgere unicamente il servizio a favore di una popolazione inferiore a 5mila abitanti". Quindi non per il Comune di Venezia. A fronte dell’assegnazione di questi servizi, il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza ha accertato che la società avrebbe erogato a Ghezzo la somma complessiva di 51.500 euro con periodicità mensile dal 2011 al 2015. Mille euro al mese. Con in più altri benefit, come il cambio degli pneumatici dell'auto.

Alla Plan-Eco erano stati affidati invece per il periodo dal 2009 al 2015 i servizi di smaltimento rifiuti in maniera diretta per importi superiori alla soglia oltre la quale è obbligatorio indire una gara pubblica, motivando la scelta per ragioni d’urgenza, prolungandone poi l’affidamento con altre proroghe. Inoltre, sempre per favorire la stessa società, Ghezzo "ha inserito nei capitolati di gara la necessità di possedere particolari requisiti tecnici, escludendo, così, dalle procedure di affidamento gran parte degli operatori economici potenzialmente interessati", si legge in una nota delle fiamme gialle. E "comunicando, in alcuni casi, in anticipo, tramite mail o accordi diretti, alla Tonin i prezzi a base d’asta". Per questi favori Ghezzo avrebbe ricevuto dall'azienda somme di denaro in proporzione sia all’importo dei singoli contratti di affidamento, sia agli utili annui conseguiti dalla società, per una cifra complessiva superiore a 100mila euro. "In un documento interno alla società - è stato spiegato in conferenza stampa - c'era proprio una voce di bilancio che indicava i pagamenti mensili da corrispondere a Ghezzo. In un caso gli sono state consegnate 3 mensilità con un extra per il suo compleanno". Soldi che l'arrestato "lavava" attraverso frequenti visite al Casinò di Venezia: "In alcuni casi ha pure vinto una cifra considerevole - ha dichiarato il procuratore capo ad interim, Adelchi D'Ippolito - Stiamo contrastando questi episodi di corruzione con tutti gli sforzi". In sintonia le parole del generale Alberto Reda, comandante provinciale della guardia di finanza di Venezia - Il Parlamento e il governo ci ha fornito strumenti efficaci. Ma c'è molta strada da fare, perché la corruzione distrugge il tessuto sociale. Sia in termini di coscienze, sia in termini ecoomici. Rivolgiamo un appello ai cittadini per far crescere sempre più il sentimento di legalità".

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