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Attacco terroristico, come comportarsi? Le "regole" base in un mini-corso a Mestre
Quattro lezioni per imparare le tecniche che permettano di gestire la paura e l'ansia, tenute da docenti d'eccezione, chirurghi o psicolgi Ultimo appuntamento il 30 maggio
Le probabilità di rimanere coinvolti in un atto terroristico sono molto basse, ma i recenti fatti di Bruxelles prima, e Parigi poi, hanno messo in allarme i cittadini europei, creando un vortice di ansia e preoccupazione. Ecco perché Enforma, Ente Formazione Mantovano accreditato dalla Regione Veneto, ha dato avvio a Mestre ad un corso pilota sui comportamenti da adottare nel caso in cui ci si ritrovi, proprio malgrado, protagonisti di un attentato. Come riportano i quotidiani locali, la prima lezione si è tenuta lo scorso 10 maggio, mentre l'ultima sarà organizzata per lunedì prossimo.
Le lezioni sono tenute da chi ha vissuto da vicino in situazioni delicate. Tra questi Giorgio Bolla, chiururgo d'emergenza, impegnato in zone di guerra, che durante gli incontri ha spiegato quali siano le tecniche per fronteggiare le emorragie o fermare la fuoriuscita di sangue con l'utilizzo di un laccio emostatico. Grande rilevanza è stata posta sulla paura. Nello specifico, sulla paura di avere paura. E sulle tecniche per reagire e adottare un comportamento che permetta di reagire in situazioni di avversità, senza farsi prendere dal panico.
La folla. Nel caso in cui ci si trovi in un luogo con un'alta densità di persone, quello che generalmente è preso di mira dai terroristi come dimostrato nei recenti attacchi, bisogna evitare di seguire la massa, optando per nascondigli o rifugi che appaiano sicuri e nei quali ci sia una bassa concentrazione di persone. Altrimenti si potrebbe dare troppo nell'occhio, diventando obiettivi facili. Il consiglio che gli esperti danno è quello di spegnere le luci, togliersi qualsiasi oggetto luminoso o che possa causare inavvertitamente rumore. E nel caso in cui si venisse catturati? Non opporre resitenza e non adulare il rapitore, meglio dimostrarsi arrendevoli e, soprattutto, sottomessi. Senza perdere la speranza.