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Cronaca San Marco / Riva del Carbon

La rabbia degli ambulanti marcia fino a Ca' Farsetti: "Moriamo" VD

Giovedì duecento i manifestanti che hanno chiuso negozi e bancarelle per il corteo dalla stazione al Comune: "Decida il prossimo sindaco"

C'erano italiani e bengalesi, c'erano ristoratori e ambulanti. Tutti uniti per marciare verso Ca' Farsetti per chiedere che le loro attività non rimangano vittima del piano per il Decoro approvato dal commissario Vittorio Zappalorto, bersaglio anche di insulti urlati dai manifestanti sul ponte delle Guglie mentre il serpentone umano si era messo in cammino verso il Comune: "Nessun simbolo di partito - dichiara Damiano La Rocca, presidente di Gioia, Gruppo organizzato indipendente ambulanti - Abbiamo chiesto che tutti si riconoscessero sotto la bandiera di San Marco per non dare adito a speculazioni o critiche. Qui davvero siamo tutti uniti perché il rischio è che molti tra noi possano essere costretti a chiudere o comunque a ridurre la propria attività".

Il corteo degli ambulanti a Venezia

Il corteo ha attirato l'attenzione, tra gli altri, di ristoratori italiani, di ambulanti bengalesi e cingalesi e, soprattutto, dei commercianti di ruga degli Oresi. I primi a doversi mettere in regola con i propri plateatici e con le proprie bancarelle entro il mese di marzo. "Sì al decoro, no alla morte", recitava uno degli striscioni più gettonati. In testa al corteo un'unica richiesta: "Rinvio a nuova Giunta", con cui si chiede dunque al commissario Zappalorto di passare la palla al sindaco che verrà: "Sarà lui a dover decidere nel caso", sottolinea La Rocca. A sventolare il gonfalone di San Marco anche i commercianti bengalesi che in laguna hanno trovato lavoro e stabilità: "Io sono solo un dipendente, il proprietario è un veneziano che ha tre bancarelle tra l'hotel Principe e il Continental - racconta Sheik - ma se dal 2017 come sembra ce le toglieranno noi come potremo vivere?".

Sheick racconta che in tutto lì sono dodici le postazioni ambulanti con concessione che offrono mercanzia: "Siamo qui da sette anni - racconta - e con questo lavoro riescono a mangiare più di dieci persone". Nel corteo, dunque, anche connazionali di Sheick che capiscono poco o niente l'italiano, cui è stato però spiegato che il pericolo è di perdere quella preziosa bancarella che permette di poter contare su uno stipendio. I ristoratori, invece, temono che a "cadere" possano essere invece i loro plateatici: specie durante la bella stagione una fonte di guadagno non indifferente per i loro bilanci. "Oltre due anni di battaglia in Comune per poi trovarsi di fronte a una presa di potere della soprintendente ai Beni culturali Renata Codello che, approfittando della gestione commissariale, impartisce il suo volere, contrastando il commercio su area pubblica - attacca La Rocca - l'amministrazione sta inoltrando revoche senza tenere conto delle famiglie cui viene messo in discussione il lavoro in un periodo di crisi economica. In passato ci siamo anche resi disponibili a fare da ammortizzatori tra amministrazione e operatori per pattuire un riordino ove ci fossero problemi di viabilità e adeguamento delle strutture al fine di rendere tutto compatibile con l'ambiente, ma non siamo stati ascoltati. E quanto accade con l'abusivismo è sotto gli occhi di tutti". Nel mirino il piano del Decoro approvato dal commissario Zappalorto, che si rifà alle linee guida del ministero per i Beni culturali: saranno off limits in laguna pedane sporgenti e plateatici non in ordine.

SLOGAN, CORI E VOCI DELLA MANIFESTAZIONE

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