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Cronaca Cavarzere / Via Luigi Einaudi

Taglia e Cuci, mobilitazione a Cavarzere: corteo al Municipio e volantinaggio al mercato

Venerdì ritrovo delle lavoratrici alle 9.15 di fronte all'ex azienda di via Einaudi, poi marcia fino al Comune attraverso via Trieste, e infine protesta al grido: "Vi ricordate di noi?"

'Vi ricordate di noi?' E' lo slogan scelto dalle lavoratrici di Cavarzere rimaste senza lavoro, senza stipendio e senza risposte, ex dipendenti di un'azienda tessile, la Taglia e Cuci di via Einaudi, che ha chiuso i battenti l'estate scorsa lasciandole tutte a casa. Con i sindacati, Filctem Cgil e Femca Cisl, hanno organizzato un'altra mobilitazione, venerdì, "decise a far sentire la loro voce, a chiedere chiarezza, il rispetto dei loro diritti e il pagamento dei salari non corrisposti", come denunciato dalle sigle, che hanno aperto una vertenza nei confronti della società. La loro marcia inizierà dal cancello della ditta, alle 9.15, fino ad arrivare in corteo al Municipio, per poi proseguire fino al mercato, dove ci sarà un volantinaggio.

"Rieccoci in strada. Nel mese di agosto - scrivono - con un increscioso, improvviso e anomalo fallimento l'impresa ci ha mollate. Siamo ancora senza un lavoro e senza neanche aver preso uno dei tanti stipendi che il titolare si è intascato, chiudendo il laboratorio dalla sera al mattino e fino al giorno prima del licenziamento producendo, in presenza di ordini, e senza mai aver lamentato problemi o difficoltà economiche".

"Come scatole cinesi"

Un modo di fare già noto ai sindacati, che poco tempo avevano avuto a che fare con una vicenda analoga accaduta in un'altra ditta tessile del territorio, "che poi trasferì gran parte del personale alla Taglia e Cuci Denim. La stessa cosa è successa quando dalla società L'Artigiano del jeans, le lavoratrici sono passate a Fashion jeans, e quando, prima ancora, da Italia Confezioni sono passate in L'Artigiano del jeans. E così via."

"A volte - spiegano i sindacati - la cosa passa attraverso i fallimenti. Altre volte il fallimento arriva dopo qualche anno, ma chi resta senza lavoro sono sempre loro: le dipendenti. Ad oggi siamo in attesa che qualcuno ci dia una risposta sui soldi che le lavoratrici avanzano, come siamo in attesa che venga fatta chiarezza sulla vicenda. Da anni in questo territorio abbiamo a che fare con simili vicende, ma mai nessuno ha tentato di bloccare il meccanismo. Si parla spesso e tanto di tutela per le donne, lavoro femminile, lavoro in nero, tutti argomenti e fatti correlati, che da anni vengono denunciati sul territorio, ma che nessuno degli enti ed organi preposti ha mai ostacolato, contrastato o combattuto. Ci aspettiamo che le istituzioni si impegnino affinché i diritti dei lavoratori e le aziende regolari vengano rispettati e tutelati. Cinquanta lavoratori buttati in strada, senza lavoro e senza soldi! E' ora di chiedere giustizia".
 

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