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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Zaia: «Vaccini a over 80 conclusi». Si amplia lo studio sulla cura con anticorpi monoclonali

Il nuovo progetto "Mantico" contro il Covid presentato dalla professoressa Tacconelli. Intanto si accelera sui vaccini alla fascia 70-79enni: «Dal 29 aprile 50 mila dosi Pfizer in più a settimana»

I dati su contagi e ricoveri da Covid mostrano un miglioramento già da 7-8 giorni, mentre la campagna vaccinale agli over 80 si può dire conclusa e intanto si esplorano nuove possibilità di cura attraverso gli anticorpi monoclonali. Sono i temi affrontati oggi nel corso del punto stampa quotidiano del governatore Luca Zaia, il tutto in un contesto di moderato ottimismo che, non per niente, coincide con le aperture in programma da lunedì 26 aprile: «Il virus c'è ancora, non bisogna abbassare la guardia ma si sta probabilmente esaurendo - ha riepilogato il presidente - La vaccinazione sta incalzando, la partita degli over 80 la consideriamo chiusa (escluso un 5% che non vuole vaccinarsi e, in parte, gli allettati), proseguiamo con le categorie fragili e stiamo dando un'accelerata sulla fascia dei 70-79enni: sono 495 mila persone che contiamo di vaccinare nel più breve tempo possibile». Dalla settimana prossima dovrebbero anche arrivare 50mila dosi di Pfizer in più, portando la fornitura settimanale per il Veneto a 150-170 mila dosi. «Quando avremo vaccinato tutti gli over 60 - ha spiegato - avremo messo in sicurezza la maggior parte dei cittadini e risolto quasi tutti i problemi. Si prosegue per fasce target: finché non avremo concluso quella dei settantenni non passeremo a quella successiva».

Riaperture da lunedì

A proposito di aperture, c'è una certa preoccupazione per la ripartenza della scuola: «Da lunedì si riporta la didattica in presenza al 100%, ma mantenendo la capienza dei bus al 50% bisognerebbe raddoppiare la dotazione: è una cosa impossibile, non ci sono proprio i mezzi, ne servirebbe un migliaio in più. Il governo dovrà mettere mano alla norma: o riduciamo di un po' la presenza, oppure la rendiamo facoltativa. Difficile ipotizzare forme di ingresso scaglionato», ha commentato Zaia. Altre preoccupazioni arrivano dal mondo della ristorazione, in particolare da quei locali che non avranno possibilità di avere tavoli all'esterno: «È un problema - ha detto il presidente - Penso a Venezia, ad esempio, dove i plateatici sono limitati o non ci sono affatto. Va fatta una riflessione sul tema».

Cure con anticorpi monoclonali

La professoressa Evelina Tacconelli, docente di Malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria integrata Verona, ha parlato delle cure tramite anticorpi monoclonali: «In tutta Italia sono state somministrate 2.000 terapie ad altrettanti pazienti, di questi 420 sono veneti e a Verona ne sono state fatte 115-120, tutte persone con più di 70 anni e con almeno una patologia severa concomitante. Le percentuali parlano chiaro: normalmente in questa categoria il 27% subisce un ricovero e di questi il 25% muore. Invece, noi, di questi pazienti trattati con monoclonali ne abbiamo ricoverati 14, contro i 35 che avrebbe previsto la media e non abbiamo avuto nessun decesso su 6-7 previsti».

Per questo, ha detto, «abbiamo proposto lo studio "Mantico"», che allarga la platea a 1200 pazienti: quando la sperimentazione potrà partire, tra qualche settimana, «chi ha più di 50 anni, anche senza fattori particolari di rischio, potrà partecipare: basta un tampone rapido positivo con dei sintomi, anche lievi. La cura a base di anticorpi monoclonali deve essere praticata precocemente - ha specificato - quando il paziente non ha ancora i propri anticorpi e non necessita di ossigeno. Altrimenti non è efficace».

Ulss 4: «Con monoclonali malattia fermata in 15 pazienti»

L'efficacia di questo tipo di cura è confermata anche dal direttore delle malattie infettive dell'Ulss 4 del Veneto orientale, Lucio Brollo, che fa un'analisi dopo i riscontri delle cure effettuate su 15 pazienti al covid-hospital di Jesolo: «Abbiamo iniziato due settimane fa e tutti i pazienti trattati con le terapie monoclonali non hanno più avuto bisogno di cure ospedaliere», spiega. «In un caso specifico - continua - una signora che aveva un iniziale interessamento polmonare ha effettuato la terapia monoclonale e in un brevissimo periodo di tempo la malattia è regredita, la paziente ora sta bene e non ha più  bisogno di cure ospedaliere. Questo conferma ancora una volta che gli anticorpi monoclonali sono efficaci», sempre se, come detto, la terapia viene fatta in tempi rapidi.

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