Bilancio positivo per il covid hotel dell'Ulss 3, che ora ospita persone in arrivo dall'India
È la struttura scelta per far trascorrere il periodo di quarantena a chi non può farlo in casa propria. Finora ci ha alloggiato una quarantina di utenti
Il covid hotel dell'Ulss 3 ha ospitato da dicembre a oggi una quarantina di persone: pazienti positivi al coronavirus, asintomatici oppure con sintomi molto lievi, che non hanno possibilità di trascorrere il periodo di isolamento nella propria abitazione. La struttura continua tutt'oggi a funzionare e in questa fase, in base all’ordinanza ministeriale de 28 aprile, accoglie anche le persone che rientrano da India, Bangladesh e Sri Lanka, zone geografiche considerate a rischio soprattutto per la diffusione delle varianti.
L'hotel si è rivelato prezioso nella lotta al Covid e, nelle dieci stanze a disposizione, ha sempre accolto uno o più utenti: per circa la metà di loro il periodo di permanenza è stato inferiore ai 15 giorni, mentre gli altri sono rimasti per tre settimane o anche più. Ai 40 ospiti di questa struttura se ne sommano altrettanti che sono stati sistemati nella foresteria dell'ospedale Civile di Venezia. Il servizio ha operato con discrezione, tanto che l'azienda sanitaria non ha reso noto il nome dell'hotel (inizialmente c'era un accordo con lo StayCity di Mestre, che però si era ritirato). In questi mesi, chi rientrava nei parametri ha ottenuto l'alloggio e il vitto fornito da specifico service, mentre l'Ulss ha sempre monitorato la struttura e le persone all'interno. Le persone che vi hanno trascorso la quarantena sono per due terzi di nazionalità straniera.
La referente infermieristica Gianna Iannello riepiloga: «L’accesso è riservato a persone con positività accertata per Covid-19; devono essere asintomatiche o paucisintomatiche, in condizione clinica compatibile con la permanenza a domicilio» e con requisiti socio-abitativi non compatibili con un isolamento sicuro in casa propria. I casi vengono segnalati dal medico di famiglia, dagli Usca oppure dal reparto ospedaliero che dimette il paziente. Metà degli ospiti sono stati inviati direttamente dall'aeroporto. «In un solo caso - aggiunge Iannello - è stato necessario trasferire in ospedale una delle persone accolte per un peggioramento del suo quadro clinico».
L'organizzazione garantisce il monitoraggio dei soggetti ospitati con cadenza almeno bisettimanale, oltre allo screening con tampone per i lavoratori alberghieri. Un opuscolo informativo in lingua italiana e in lingua inglese è a disposizione degli ospiti. L'indice di gradimento, infine, risulta molto buono.