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Cronaca

Nuove regole per l'isolamento dei positivi, ma da quando?

In molte Regioni è ripartita la macchina organizzativa per il richiamo-bis dopo il via libera di Aifa, ma non ci si aspetta un'adesione massiccia. Continuano le richieste, anche dentro al governo, di rivedere l'obbligo di quarantena

I dati confermano, un po' in tutta Italia, un peggioramento continuo sul fronte dei contagi Covid, con numeri in aumento soprattutto per quanto riguarda tamponi e isolamenti.

In molte regioni, Veneto compreso, è ripartita la macchina organizzativa per la quarta dose dopo il via libera di Aifa, ministero della Salute e Istituto superiore di sanità all’estensione per gli over 60. Resta anche la raccomandazione per le persone «con elevata fragilità» a partire dai 12 anni. L'adesione, però, probabilmente non sarà massiccia. Il richiamo-bis rischia di essere un fallimento annunciato, per diversi motivi: in molti ritengono sia meglio aspettare i vaccini aggiornati in autunno, ci sono le ferie estive di mezzo e il personale addetto alle somministrazioni scarseggia. Molti medici di famiglia sono in ferie o stanno per andarci.

Come può cambiare l'isolamento

Con numeri così elevati sul piano dei contagi, diventa urgente la necessità di cambiare le regole sugli isolamenti. Costringere così tante persone in casa, pur senza sintomi, non è più ragionevole. Ne è convinto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: «L'obiettivo del governo è quello di una convivenza con il virus. E se di convivenza parliamo, non dobbiamo dare troppo importanza al numero dei contagi, ma dobbiamo monitorare i livelli di occupazione dei nostri ospedali. Possiamo convivere con Sars-Cov-2, il Paese non si deve farmare». Costa ha ricordato che «abbiamo un milione di cittadini in isolamento, positivi ma senza sintomi e, continuando di questo passo, ci troveremo in un lockdown di fatto». Quindi, se «vogliamo parlare di normalità» dopo la pandemia e di «convivenza con il virus, dobbiamo prima o poi porci il problema di come trattare i positivi senza sintomi». L'asintomatico, dice, dovrebbe poter «continuare a lavorare, magari con la mascherina». Un tema che, secondo Costa, «dovrà essere affrontato non appena sarà passato il picco pandemico».

Continuano, quindi, le richieste di rivedere con urgenza l’obbligo di isolamento, almeno per chi non ha sintomi e lavora nei servizi essenziali, o comunque prevedendo mini quarantene come accade negli Stati Uniti, dove i positivi asintomatici possono uscire di casa dopo 5 giorni e senza fare nessun test. L'epidemiologo Pierluigi Lopalco invita a far presto e a cambiare le regole sull'isolamento di chi ha il Covid e lancia l'idea di togliere l'isolamento domiciliare almeno agli asintomatici che lavorano nei servizi essenziali, come sicurezza e sanità, ma indossando sempre le Ffp2. Se milioni di persone vanno in isolamento tutte insieme, sono a rischio i servizi essenziali, a cominciare dalla sanità.

Che prima o poi l'isolamento obbligatorio dei positivi asintomatici non ci sarà più "per decreto" è molto probabile: resta da capire quando il governo e il ministero della Salute si muoveranno in quella direzione.

L'articolo originale su Today.

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