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Cronaca

Covid, «virus per lo più importato»: la Regione si attrezza con l'obbligo dei tamponi

L'ordinanza Zaia del 13 agosto. Le categorie particolarmente a rischio, se provengono dai paesi indicati dal dpcm, dovranno obbligatoriamente comunicarlo all'Ulss e sottoporsi a test e quarantena

La Regione del Veneto con un'ordinanza, resa nota giovedì dal governatore Luca Zaia, rende obbligatoria la comunicazione della provenienza dall'estero per le categorie più esposte al rischio di trasmissione dell'eventuale contagio da Covid-19. «Siamo puliti rispetto al resto del mondo - dice - dobbiamo intercettare quanto più possibilmente persone con positività che una volta rientrate dall'estero entrano in contatto con comunità di persone particolarmente fragili: operatori sanitari, infermieri, assistenti e badanti».

Categorie a rischio

L'ordinanza è valida fino al 6 settembre, almeno fino a che non sarà passato il giro delle vacanze. «Inquadra categorie a rischio sulle quali lavoravamo da tempo e che abbiamo voluto riconoscere - dice Zaia -. Sono persone provenienti dall'estero, soggette al rischio di contagio, come gli operatori a diretto contatto con gli ospiti delle strutture residenziali e per anziani, che hanno soggiornato o transitato nei 14 giorni precedenti in altri paesi - spiega - Devono sottoporsi a tampone o test, in quanto soggetti a rischio particolare». Sono ad esempio operatori sanitari rientrati dalle vacanze. Prestatori di servizio in ospedali ed extra ospedalieri che hanno transitato o soggiornato nei 14 giorni precedenti all'estero. Vanno sottoposti a tampone che è gratuito. Terza categoria è quella degli operatori di assistenza domiciliare ad anziani e categorie fragili, come le badanti, se nei 14 giorni precedenti sono stati all'estero, si sottoporranno a tampone. Lavoratori stagionali del settore agricolo che hanno transitato o soggiornato all'estero, nei paesi indicati nel dpcm del governo, nei 14 giorni precedenti. Tutti i lavoratori che si sono recati all'estero per lavoro, per la durata di 120 ore, cioè 5 giorni, hanno l'obbligo del tampone (nei paesi della quarantena). Persone che hanno soggiornato in Romania e Bulgaria, sempre nei 14 giorni precedenti: è prevista la quarantena, ma queste persone sono quelle che generalmente arrivano nel nostro paese in autobus, con maggior rischio di contatto ravvicinato e quindi dovranno essere controllate. Tra le categorie ci sono anche gruppi e target di popolazione al rientro dall'estero che rivestono un interesse epidemiologico particolare. Ad esempio per la presenza sul territorio di numerose persone appartenenti alla stessa comunità: verranno verificati.

Comunicazione obbligatoria

Tutte queste persone, ha spiegato il presidente Zaia leggendo parti dell'ordinanza appena redatta, devono contattare l'Ulss, ci saranno i numeri appositi da chiamare, obbligatoriamente. (I centri di accoglienza sono già sotto controllo e si eseguono verifiche periodiche con tampone). C'è poi la categoria dei sottoposti a quarantena, che provengono dai paesi indicati dal dpcm: in questo caso oltre alla quarantena faranno il test. Le provenienze da dpcm al momento riguardano Spagna, Croazia, Malta e Grecia, dove il Veneto introduce l'obbligo del tampone o test. «I vacanzieri quindi, quando torneranno, come da dpcm del ministro Roberto Speranza, entro 24 ore dovranno obbligatoriamente informare l'Ulss di appartenenza e prendere accordi  per fare prima possibile un tampone». Per Zaia forse sarà prevista ai varchi d'ingresso degli aeroporti l'organizzazione di uno screening di massa. «Chi non chiede il tampone è soggetto a sanzione: mille euro».

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In riferimento ai rientri ed agli ingressi da Spagna, Croazia, Repubblica di Malta e Grecia, l’assessorato regionale alla Sanità comunica: «non ci sono restrizioni per coloro che dichiarano di essere stati sottoposti a tampone con esito negativo nelle 72 ore precedenti all’ingresso. - Chi non si trova nella situazione precedente ha il dovere di segnalare il suo ingresso all’azienda Ulss di riferimento che provvederà all’esecuzione del tampone in 48 ore. Nel periodo di attesa dell’esito dell’esame è tenuto a rimanere al proprio domicilio e mantenere comportamenti corretti e attenti. 

Chi fa ingresso o rientro in Veneto, anche indirettamente, con qualsiasi mezzo dai Paesi: Bulgaria, Romania, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Nuova Zelanda, Ruanda, Repubblica di Corea, Tailandia,Tunisia, Uruguay, Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kuwait, Macedonia del nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana, Kosovo, Montenegro e Serbia, Colombia, si sottopone alla quarantena. 

Coloro che fanno ingresso o rientro in Veneto da Spagna, Croazia, Grecia o Repubblica di Malta, devono dare comunicazione dell’avvenuto ingresso in Veneto all’Azienda Ulss di riferimento territoriale per residenza o dimora per essere sottoposti al test di screening per la ricerca di SARS-CoV-2 o comunque per trasmettere il documento attestante l’esito dell’eventuale test già eseguito nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia.

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